Ha chiesto di intervistarmi presso PoesiaPresente LAB, la Scuola di Poesia che ho fondato con Simona Cesana, attualmente chiusa al pubblico. È in gamba e ha quel bagliore negli occhi che ti fa dire "con quella luce puoi camminare anche dove la notte è più fonda". Si chiama Matteo Allievi, ha 23 anni, ed è iscritto al master della scuola di giornalismo UAM-EL PAÍS di Madrid, per la quale ha realizzato questa intervista.
Matteo Allievi
Monza – 10 Gennaio 2021
Artista e professore, Dome Bulfaro (Bordighera, 1971) è uno dei pionieri della poesia terapia in Italia. Dopo aver rappresentato per diversi anni la poesia italiana nelle competizioni letterarie di tutto il mondo, l’anno scorso ha fondato con l’associazione culturale no profit Mille Gru la prima scuola di poesia terapia del paese a Monza, a pochi chilometri da Milano. Lo stop provocato dalla pandemia di coronavirus non ha fermato le sue ambizioni. Per l’anno nuovo, Dome ha preparato insieme alla sua squadra una vasta gamma di attività, da dibattiti sul suono della parola a laboratori sulla scrittura terapeutica, per tutti coloro che vogliono trovare nella poesia sia “uno strumento per conoscere meglio se stessi” che “un canale di evasione in questi tempi turbolenti”.
“Nella poesia terapia, lo strumento principale per raggiungere e preservare il benessere di una persona è la poesia. Questo canale privilegiato viene adottato in tutte le sue modalità espressive (ascolto, lettura, composizione, riflessione a partire da un testo)”. Dome racconta che le origini della poesia terapia risalgono agli anni ’30 del secolo scorso, quando il farmacista e avvocato Eli Greifer riuscì a dimostrare per la prima volta il potere curativo della poesia. Nonostante ciò, il riconoscimento professionale della figura di poeta terapeuta arrivò soltanto quarant’anni dopo: Ruth Lisa Schechter, lavorando con pazienti vittime di incesto e di stupro, fu la prima poetessa terapeuta ufficiale. In Italia, la Poetry Therapy fu introdotta da Antonella Zagaroli nel 1992, sebbene iniziò ad avere una certa divulgazione solo a partire dal 2019, grazie alla pubblicazione del manuale Poetry Therapy, teoria e pratica di Nicholas Mazza (2019, Mille Gru) e alla nascita della rivista Poetry Therapy Italia (2020, Mille Gru).
Secondo Dome, in un momento delicato come quello che stiamo vivendo, le parole dei poeti possono aiutare ad alleviare il nostro malessere generale, fino a trasformare la vulnerabilità in un punto di forza. “Stando a casa, possono accadere due cose. Puoi soffrire la costrizione dello stare in casa e questa sofferenza ti porta ad uscire da te stesso. Ma per molti, invece, può essere un momento in cui, finalmente isolati, si riesce a entrare in contatto con sé stessi e, con l’aiuto della poesia, trasformare l’isolamento in solitudine. Il poeta sarà il tuo compagno di viaggio, che ha vissuto la tua stessa esperienza e ha trovato le parole per esprimere le tue stesse emozioni”.
Dome ribadisce che durante le sessioni di poesia terapia non gli interessano il valore letterario del contenuto prodotto e l’aspetto estetico del paziente, ma la qualità del suo intervento e il suo sforzo per riconoscere i propri traumi e superarli. “Se scrivo una brutta poesia, ma questa poesia mi permette di riarmonizzarmi e di ritrovare un mio equilibrio fisico o mentale, ho scritto la migliore poesia del mondo”.
Poche settimane dopo l’apertura al pubblico, lo scorso marzo la scuola Poesia Presente LAB ha dovuto interrompere le proprie attività a causa del lockdown. “Abbiamo dovuto riprogettare tutto quello che avevamo pensato. La scuola offre corsi di scrittura poetica, poesia performativa e poesia terapia ma, data la situazione, abbiamo concentrato tutte le energie sulla poesia terapia”. Tra le grandi scommesse dei prossimi mesi spicca un corso in presenza – nel totale rispetto delle normative anticovid – di poesia kintsugi. “Si tratta di una tecnica che traduce in versi e in prosa un’antica arte giapponese, che consiste nella riparazione di oggetti di ceramica e che ha finito per convertirsi in una filosofia di vita, in virtù della quale, davanti alle avversità e agli errori, bisogna rialzarsi e ricucire le cicatrici”.
Parallelamente, la scuola ha in programma anche una serie di corsi telematici, come un laboratorio di tarocchi poetici e uno dedicato all’opera di Dante Alighieri, il padre della lingua italiana. Dome la considera un’opportunità unica per scoprire le mille facce della poesia terapeutica e immergersi in tutti i suoi segreti. “Bisogna restituire alla quotidianità la sua dimensione poetica. La poesia è una dimensione propria e specifica dell’uomo. Deve essere letta sui sacchetti del pane e incisa sui tovaglioli di carta, perché appartiene a tutti”.
Poesia Presente LAB, Monza.
Un altro versante fondamentale del programma di formazione avviato dalla Poesia Presente LAB è la collaborazione con le scuole, alle quali Dome affida una responsabilità enorme per avvicinare i giovani alla poesia. “Non mi piace ricadere nel luogo comune secondo il quale gli insegnanti di italiano rovinano il rapporto tra adolescenti e poesia. Ci sono tantissimi grandi appassionati. Quello che manca è una formazione che permetta agli insegnanti di veicolare ai ragazzi la loro passione. È come se ci fossero due canali che però non sono sulla stessa frequenza, come spesso accade nel rapporto tra genitori e figli. C’è quel momento in cui le due età parlano lingue diverse e non riescono a trovare uno spazio di condivisione o di nutrimento. Sono sullo stesso tavolo ma hanno la schiena rivolta l’una contro l’altra. Bisognerebbe invece ricollocarli l’uno di fronte all’altro”.
Bio
Matteo Allievi è laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione presso l'Università degli Studi di Milano. Precedentemente ho scritto sul web per Lo Sbuffo, Libero Pensiero e IdressItalian.
Poesia tratta dall'antologia "Il volo del Calabrone", antologia di poesia performativa a cura de "Gli Ammutinati", Trieste, 2008.
Un progetto di poesia performativa che includeva Dome Bulfaro, Silvia Cassioli, Matteo Danieli, Luigi Nacci, Adriano Padua, Luciano Pagano, Furio Pillan, Silvia Salvagnini e Christian Sinicco. Postfazione di Gabriele Frasca.
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Il video “Verso di qua Verso di là”, a cura della RSI, Radiotelevisione Svizzera di lingua italiana - senz’altro uno dei migliori prodotti audiovisivi sullo slam usciti negli ultimi anni - e l’intervista che Luna Luciano mi ha fatto per la sua tesi di laurea, oltre ad essere nati nello stesso giorno, il 20 ottobre 2020 a Roma, sono maturati nello stesso periodo e usciti quasi in contemporanea. Ha senso continuare a non separare queste due esperienze, che sembrano nate per restare insieme: vi auguro quindi buona visione e buona lettura.
“Questo sarà il secolo della poesia”
Intervista a Dome Bulfaro di Luna Luciano
Dome Bulfaro è un poeta e performer, tra i più attivi nello sviluppo della poesia performativa. Ha ideato e cofondato la LIPS, Lega italiana poetry slam e ha raccolto le storie del fenomeno internazionale dello slam nel libro Guida liquida al poetry slam (2016). È stato tra i primi in Italia a sviluppare e diffondere la poetry therapy ed è ideatore e direttore di PoesiaPresenteLAB, Scuola di poesia. L’intervista riportata di seguito si è tenuta a Roma, il 20 ottobre 2020, prima che Bulfaro conducesse, con Marco Miladinovic, come MC, il poetry slam “Verso di qua Verso di là” organizzato al Monk dall’Ambasciata Svizzera di Roma, con direzione artistica di Lello Voce.
Leggendo Il pubblico della poesia Alfonso Berardinelli e Franco Cordelli sostenevano che l’unico pubblico rimasto ai poeti fossero i poeti stessi. Siamo davanti al clichè del lettore-poeta. Il poetry slam ha disinnescato questo circolo vizioso del poeta che legge ad altri poeti? Ed è veramente necessario ampliare questo “pubblico”?
Sicuramente il poetry slam smonta questo meccanismo andando a creare un pubblico di massa della poesia che prima non esisteva. In un’intervista del 1966 a Eugenio Montale, a cura di Leone Piccioni per la Rai, alla domanda se esistesse un pubblico della poesia, Montale risponde che ne dubita affermando che il pubblico dei poeti è composto dai poeti stessi. Condizione che, almeno in Italia, non è cambiata per tutto il Novecento. I primi a porsi seriamente il problema del pubblico della poesia, come un problema da affrontare e risolvere, sono stati i poeti del Gruppo ’93, gruppo non a caso fondato tra gli altri anche da Lello Voce, lo slampapi d’Italia, che ha importato lo slam nel nostro paese nel 2001. Il fenomeno è però restato verticale fino alla nascita della LIPS nel 2013. Con la Lega Italiana Poetry Slam (LIPS) il movimento slam italiano si è affermato anche come fenomeno orizzontale, andando finalmente a creare una pubblico su larga scala.
Ciò che Mark Kelly Smith ha tentato di compiere in America, prima con la fondazione del suo gruppo di poeti performer, il Chicago Poetry Ensemble (1985), che si esibivano tutti i lunedì nel Monday Night Poetry Reading presso il Get Me High Lounge e poi, ogni domenica sera, presso il Green Mill con l’ideazione del poetry slam domenica 20 luglio 1986, è stato quello di restituire un pubblico alla poesia che non fosse composto di pochi, sparuti, poeti. Smith, frequentando i reading dei poeti laureati, si era reso conto non solo di quanto le loro letture fossero noiose, ma quanto la poesia fosse stata posta da questi poeti accademici in una zona elitaria, lontana dalle persone comuni. La poesia invece, secondo Smith doveva essere un bene comune condiviso da tutti. Da qui nasce uno dei principi fondamentali dello slam:la poesia è un diritto di tutti.
Nell’ultimo libro sullo slam che ho curato, Voice Waves / L’onda della voce (Mille Gru, 2020), delineo una Carta dei Diritti Costituzionali espressi dallo slam e i principi filosofici. Il poetry slam non va considerato solo in quanto gara di poesia, format e fenomeno estetico, ma anche come fenomeno sociale, politico, rituale, filosofico. Quando parliamo di poetry slam dobbiamo essere consapevoli che stiamo ragionando di un fenomeno stratificato che svolge più ruoli e funzioni. Nel poetry slam la poesia torna ad essere un fatto sociale, con la parola “fatto” intendo recuperare la radice etimologica del fare poesia, il verbo greco poiéin (ποιέιν, fare) da cui deriva. C’è nello slam intrinseca l'idea di recuperare la funzione sociale e catartica della poesia, come accadeva in quella greca, nel nesso che c’è tra chi interpreta il testo e chi ne fruisce. Gli ingredienti essenziali che hanno permesso di “ricostruire” il pubblico della poesia sono stati due: l’interattività e il ruolo da protagonista del pubblico. Il pubblico non è composto da spettatori passivi da intrattenere con la spettacolarizzazione, il pubblico è posto volutamente al centro dell’agire poetico; così facendo la poesia ritorna a svolgere il suo ruolo di medium che celebra di fatto il nuovo matrimonio, direi rinnovamento di matrimonio, tra poeta e pubblico.
E’ interessante che ad oggi si pensi al libro (l’oggetto-libro) come unico medium di poesia, invece in questo caso a sua volta è la poesia ed essere mezzo di se stessa, dunque?
Sì, la poesia torna ad essere anche medium di se stessa, attraverso la voce del poeta, che le dà respiro, corpo, sangue insieme al pubblico, nella relazione poeta-pubblico la poesia torna ad essere un luogo comune. Intendo non la sterilità di un principio, ma un luogo che finalmente ricostituisce il luogo della poesia, un luogo comune. La poesia è nata per vivere sia nell’intimità del sé che nella comunità del sé. In questo senso potremmo dire che la poesia è un principio generativo di comunità. Lo è sempre stato nelle culture orali. Lo slam ce lo ha ricordato.
Per quanto riguarda l’editoria che rapporto si è instaurato con il poetry slam? Chi fa slam poi pubblica libri di poesie? O su carta, cambiando appunto il medium, verrebbe meno la poeticità e il senso della poesia?
In realtà in Italia un’editoria legata a poeti che hanno attraversato il mondo del poetry slam non esiste a eccezione dello straordinario lavoro fatto dal collettivo storico torinese Sparajurij, in sinergia prima con la casa editrice No Reply e la rivista “Atti impuri” e poi con Miraggi edizioni, che ha proseguito la pubblicazione della rivista e che ha avviato la collana Voci. Poi c’è la mia casa editrice Mille Gru, di Monza, legata all’omonimo collettivo storico che, come Sparajurij, tanto ha fatto per il movimento slam. Nella collana multimediale PoesiaPresente pubblichiamo dal 2008 poeti orali internazionali come l’iraniana Ziba Karbassi, l’inglese Stephen Watts, la sudafricana Tania Haberland, l’italiano Simone Savogin ed ora ha appena curato il libro Voice Waves. Un lavoro molto importante lo sta facendo Squi[libri], editore romano, con la collana multimediale Canzoniere, e sicuramente la milanese Agenzia X, che oltre a curare i libri legati al Premio Dubito hanno voluto pubblicare Guida liquida al Poetry Slam. In questi ultimi due casi gioca un ruolo fondamentale, da battitore libero, il poeta Lello Voce.
Comunque sia, nonostante il fenomeno dello slam si sia ormai ampiamente affermato e si sia ritagliato la sua fetta di mercato, le opportunità editoriali per chi fa poesia orale, a parte il settore poesie per bambini, sono ancora poche. Una prima ragione la si può trovare proprio nel fatto che nella poesia performativa il testo viaggia principalmente, per dirla con Gabriele Frasca, «di fiato in fiato, di corpo in corpo», il testo nello slam prima di tutto si genera e s’incarna nel poeta che lo interpreta nel qui e ora; inoltre va detto che spesso il testo presentato nello slam è transmediale, ovvero è un testo che si sviluppa e adatta a più media (carta, cd, dvd, online). La sua vera natura è quella di balzare fuori dalla pagina scritta e quindi fuori dalla Letteratura. Un testo orale, come lo sono i migliori testi proposti nel poetry slam, non si esaurirà quasi mai solo nel testo scritto, perché la sua prima vera pubblicazione avviene dal vivo. Quando rendo pubblico il mio discorso in realtà lo sto pubblicando, impressionando nell’anima di chi lo ascolta. L’evoluzione continua di questa transmedialità in termini di comunicazione da un lato è un punto di forza del testo orale, dall’altro mette in difficoltà le case editrici perché le costringe a riprogettarsi in tempi sempre più stretti nei media da utilizzare per veicolare al meglio l’opera.
Quando il poetry slam nasce è scandalo nel mondo accademico e tra i critici, esiste ancora una linea di demarcazione, di contrapposizione così netta e precisa?
Benché esista ancora una contrapposizione con il mondo accademico, secondo me oggi è decisamente diminuita. Personalmente ho lavorato molto in questi anni per far sì che questo accadesse. Ci sono festival tradizionalmente collegati alla poesia lirica, intimista e non performativa, che si sono assolutamente aperti, commissionando slam, penso prima di tutto ad esempio al Festival internazionale “Europa in versi”, per cui ho curato l’“International poetry slam” nel 2018 e nel 2019.
Oggi lo slam vive ancora questo rapporto conflittuale con il mondo “accademico” o si è lasciato alle spalle questa contrapposizione? Che rapporto ha dunque con la critica?
Sicuramente nel 2016 la situazione era così come l’ho descritta nel libro, ad oggi nel 2020, dopo quattro anni dalla sua uscita, credo di poter dire che siamo entrati in un’altra fase, più dialogica, anche se i pregiudizi da eliminare nei confronti di chi fa poesia orale sono ancora tanti. Le due fazioni ovvio non si amalgameranno mai, i due corsi d’acqua non troveranno mai una perfetto confluire, anche perché i “poeti di carta” dovrebbero ammettere e accettare di buon grado che la Letteratura è un affluente, per quanto decisivo per molti secoli, della poesia orale. La sorgente della poesia è orale, come orale è il suo fiume principale.
Ciò che purtroppo continua a mancare è la capacità critica di leggere un testo performativo, mancano alla maggior parte dei più ferrati critici letterari proprio le basi di come approcciare criticamente ad un testo performativo. Ancora oggi, in modo del tutto inappropriato, si usano criteri per la lettura critica di un testo performativo, che vanno bene per il testo letterario (scritto) ma non per un testo performativo (orale).
In Letteratura circostante di Simonetti, nel saggio introduttivo si afferma l’idea che la Letteratura, e forse vale ancor più per la poesia, fatichi a rimanere solo un testo scritto e che abbia bisogno con sé di forme comunicative immediate come un’immagine, la musica e a questo punto anche l’arte performativa. Lo slam nasce da questa commistione? Possiamo definirla veramente una forma ibridata, se è così quanto è importante questa ibridazione?
Quando parliamo di performance poetry, parliamo sostanzialmente di Spoken word e Spoken music, che sono arti che vanno già oltre la Letteratura. La performance poetry, a sua volta, si colloca all’interno di ciò che noi chiamiamo poesia orale, nella quale rientrano anche altre forme e nuovi forme di poesia crossover, termine che preferisco rispetto alla parola “ibridazione”. La letteratura, che nasce e si afferma con la rivoluzione gutenberghiana, rappresenta oggi una delle opzioni mediatiche per comunicare il testo poetico. Per alcuni poeti resterà l’unica, per altri sta diventando una delle possibilità. Quando, ad esempio nel 2005 Lello Voce, ha pubblicato Fast blood solo in CD, con libretto allegato, e non con libro + CD, ha affermato implicitamente che i poeti non vedono più il libro come mezzo di trasporto-supporto principale delle parole poetiche. Molti poeti internazionali che arrivano dallo slam utilizzano solo il video su internet (YouTube, Vimeo, …) per veicolare la propria poesia performativa. La poesia performativa dal vivo è una produzione poetica audiovisiva in 3D, polisensoriale. Gabriele Frasca nel libro La lettera che muore ricostruisce molto bene la genesi della letteratura e la sua relazione “nel reticolo mediale” odierno. Se dovessimo rispondere a queste tue domande tenendoci all’interno di un contesto che contempla la poesia orale primaria e secondaria – vedi Havelock, Ong –, dovremmo parlare più che di “ibridazione” o “commistione”, di ritorno della poesia alla sua dimensione originaria. Quello che realmente sta succedendo è che si sta tornando a cercare un contatto con la propria voce originale nell'originario. Dopo secoli di Letteratura la dimensione originaria e originale tornano nella poesia, in modo evidente, a coincidere.
Sempre un poeta che nasce nel poetry slam Alessandro Burbank in un’intervista rilasciata a Francesca Sante parla di un suo progetto di portare la poesia nelle istituzioni perché «la poesia non ha una sua istituzione. [...] la poesia non è liquida. La mia intenzione era di portarla nelle istituzioni» come se la poesia non avesse un vero e proprio luogo o istituzione, con il poetry slam cosa cambia, è la stessa cosa?
La poesia orale è fluida, anzi a dirla tutta, essendo fatta d’aria, è gassosa. Se dovessimo guardare alla performance poetry come arte dello spettacolo, anche restando fedeli alle riflessioni di Paul Zumthor, uno dei maggiori studiosi della voce in relazione alla poesia orale, potremmo dire che la poesia ha da sempre un luogo a lei deputato: il teatro. Ma come dicevo, la poesia orale è gassosa, specie nel poetry slam che ha due luoghi perfetti per lei: “l’ovunque” e, prendendo in prestito un verso di Claudio Recalcati, “un altrove qualunque”. Ovunque si può accedere ad un altrove, dimensione che in relazione all’ordinario è propria della poesia, qualunque sia la forma, lo stile, l’argomento, a patto che questo qualunque non venga tramutato in qualunquismo.
Lo slam va a smontare la certezza che esista un unico luogo deputato. Infatti si fanno slam in chiese consacrate, sconsacrate, nei negozi, bar, teatri, in strada…ovunque appunto. Questa molteplicità è importante che ci sia per far sì che la comunità non sia solo orizzontale ma anche verticale. È importante che ci siano tanti slam che fanno vibrare alla base le corde del territorio e slam che sappiano dialogare con le grandi istituzione, come accade stasera (20 ottobre 2020) in cui tra un'oretta inizierà uno slam promosso dall'ambasciata Svizzera, che ho l’onore di co-condurre con Marko Miladinovic. È fondamentale per la crescita artistica di un movimento slam nazionale che si organizzino slam internazionali di qualità, anche tra due paesi italofoni come avviene questa sera (Svizzera-Canton Ticino e Italia).
Nel poetry slam, in generale esistono due tipi di comunità. C’è una comunità temporanea, che a grandi linee corrisponderebbe alla Temporary Autonomous Zone (TAZ) di Hakim Bey, che ad esempio si comporrà stasera con questo slam, e poi c’è una seconda comunità: la slam family, che è la parte fondante, l'hardware della comunità slam. Non si può parlare di luoghi senza parlare di comunità, perché la comunità, in quanto parte costituente del logos, è essa stessa “luogo” per eccellenza dello slam.
Esistono invece dei rischi nello slam? All’interno di Guida liquida riporti i pro e contro del poetry slam. Tra i più celebri Harold Bloom in un suo articolo critica aspramente il poetry slam. Ad esempio chiunque faccia poetry slam può essere appellato “poeta”?
È chiaro che Harold Bloom non ha mai compiuto in vita sua nessun training per arrivare a fare poesia performativa di qualità. Non sa quanto lavoro e sapienze artistiche si debbano acquisire per mettere a punto un corpo che sappia coniugare poeticamente a meraviglia il linguaggio verbale con quello non verbale. Quando non si conosce bene un argomento bisognerebbe avere l’umiltà di astenersi oppure avere la cura di esprimersi con la massima cautela. In Italia Maurizio Cucchi, in un articolo sul Corriere della Sera, critica ferocemente i poeti che attraversano l’esperienza slam, senza sapere nemmeno come si scrive correttamente la parola slammer.
Ma torniamo alla domanda relativa a chi può essere appellato come “poeta”, la quale non può essere però disgiunta da un’altra domanda: “chi ha il diritto di appellare come poeta una persona?”. Vorrei risponderti attraverso un parallelismo con il mondo del calcio. Come sai esistono calciatori di terza categoria e calciatori di Serie A, ma tutti quando praticano il calcio vengono chiamati calciatori. Nel processo di democratizzazione della poesia è inevitabile che si democratizza anche la figura del poeta e il suo ruolo sociale. Ogni persona ha il diritto, anche solo per una sera, di essere appellato con il nominativo di poeta. Possiamo affermare, in senso lato, che colui che fa poesia è poeta in quel breve momento, così come un uomo che gioca nelle categorie dilettanti è un calciatore nel momento in cui gioca una partita di calcio del suo campionato corrispondente. Dovremmo ripensare il ruolo identitario del poeta, non come un ruolo ma come una condizione impermanente che in alcune persone diventa una condizione così costante da assurgere a status sociale. Ma anche chi acquisisce questo status permanente è sempre sottoposto al distinguo tra fare il poeta e essere poeta. Lo slam, fenomeno orizzontale, afferma dal basso che tutti hanno il diritto di riconoscere a una persona il ruolo di poeta, mentre il mondo accademico della poesia, fenomeno verticale, afferma dall’alto, che l’unico che può riconoscere a una persona il ruolo di poeta è solo colui che entra a far parte del mondo accademico ed elitario.
Sempre per approfondire le diverse forme poetiche ho letto il Manifesto del Movimento per l’Emancipazione della Poesia (il MeP) e qui si dichiara che l’intento è quello di affrancare ed emancipare la poesia «da quella che è un sistema editoriale, accademico e si propone quale rete alternativa di creazione e diffusione di poesia contemporanea». Il poetry slam quindi è anch’esso un militante poetico?
Lo slam è un atto politico e sociale, quindi è “militante poetico”. Inoltre è interessante osservare che la sua natura è ossimorica; è un rito in cui convivono costantemente visioni e situazioni opposte. Nel giro di pochi minuti, ad esempio, si può passare dal vivere la dimensione pagana al vivere la dimensione sacra della poesia: quando un poeta declama si è spesso immersi in un silenzio di ascolto intenso, non altrettanto facile da ravvisare nei reading. Durante uno slam ti rendi conto di quanto non solo la poesia ma la sua dimensione sacra, non risiedono solo nel testo poetico che viene letto ma anche nella relazione empatica che si crea tra chi dice e chi ascolta.
Creando un questionario da sottoporre ad un potenziale pubblico di lettori e non lettori, ho posto una domanda riguardo i nuovi strumenti mediali “Pensi che i nuovi mezzi di comunicazione aiutino la poesia?” al momento con 250 risposte, siamo ad un 50% di risposte positive ed un 50% di risposte negative. Il poetry slam come si pone nei confronti dei nuovi strumenti di comunicazione, ho visto ad esempio che siete molto attivi su Instagram, qui potremmo anche parlare, volendo, degli Instapoet.
La rinascita e la divulgazione della poesia sono passate anche attraverso il web. Non è un parere ma un fatto inconfutabile. Molte nuove forme di poesia si stanno sviluppando dalle specificità dei media che si utilizzano, la crescita esponenziale dell’interesse per la poesia dipende dal web. Basti pensare al ruolo che i blog hanno avuto per i poeti nati negli anni Settanta.
Nello specifico del poetry slam da qualche anno si sono sperimentate alternative anche online di slam più o meno legittime e riuscite. La pandemia ha solo dato un’accelerazione esponenziale, su un processo che era già in atto, anche se a mio avviso lo slam è un format che funziona al meglio se in presenza. Si può vedere del teatro anche in tv ma la sua dimensione ideale resta quella dal vivo. Lo stesso principio vale per il poetry slam. Tuttavia quando parliamo di poesia orale o meglio di oralità secondaria, bisogna aver chiaro che la dimensione online rientra di fatto come uno degli aspetti dell’oralità secondaria. Ci sono poeti che costantemente condividono sul web le proprie e altri composizioni poetiche attraverso blog, social medium (Facebook), servizi di notizie e microblogging (Twitter),servizi di rete sociale (Instagram) e supiattaforme (Tumblr, YouTube,Twitch), adattandosi alle specifiche modalità espressive e fruitive del medium scelto. Gli instaport hanno il merito di aver saputo intercettare il pubblico web meglio degli altri e, con i loro versi validi o meno, hanno rilanciato come lo slam un fortissimo interesse dei giovani verso la poesia. Si può entrare in merito alla qualità delle singole ricerche artistiche di Rupi Kaur, Tyler Knott Gregson, Robert M. Drake, Amanda Lovelace, Guido Catalano, Silvia Ciompi, ma eviterei di condannare un processo che, di fatto, riporta i giovani ad amare tutta la poesia, compresa quella dei classici. Lo slam dal vivo e gli instapoet online rappresentano due fenomeni che sono riusciti laddove le scuole superiori e l’università hanno fallito per decenni: far amare la poesia ai giovani. Il problema è sempre la qualità della ricerca e la consapevolezza di ciò che uno compie rispetto al medium che utilizza per esprimersi e comunicare. Il problema è sempre di come coniughi la profondità con la superficie.
Abbiamo fino ad adesso parlato di Poesia, ma ad oggi qual è il suo stato di “salute” siamo di fronte ad una Rinascita della poesia? Capita ad esempio che rispetto ad anni fa ci siano degli articoli di giornale che parlano delle nuove forme poetiche, magari in sfavore, ma almeno si torna parlare di poesia ?
La poesia ha finito di essere la Cenerentola delle arti. Ogni secolo ha la sua arte che meglio lo rappresenta, questo secolo sarà quello della poesia. Nella mia vita lo è già ma se usciamo dagli stressati imposti dal secolo precedente e rifacciamo sbocciare “il fiore inverso” (Voce) della poesia in tutta la sua espressività, come ha evidenziato lo stesso Yves Bonnefoy in un’intervista, ci accorgeremo che abita la nostra quotidianità in tante forme, come molta musica d’autore ad esempio…
Effettivamente Bob Dylan ha vinto il premio nobel per la Letteratura nel 2016.
Esatto, questo sarà il secolo della poesia, perché abbiamo bisogno di nutrirci non di fake ma parole nude, una parola “onesta” direbbe Saba, che però sappiano travalicare gli assurdi steccati delle correnti, dei medium adottati, ecc… soprattutto oggi in cui la disinformazione nasce dall’ipertrofia informativa, restituire vigore e trasparenza alla parola è diventata un’esigenza non solo dei poeti ma di un’intera umanità.

No al femminicidio, No alla violenza contro le donne, No ad una società che nei fatti tratta ancora oggi le donne come cittadini che non meritano pari opportunità.
Alcuni degli articoli che la stampa ha dedicato all'iniziativa del Liceo Fontana e del Liceo Russel.
Rosella Radaelli sul Corriere della sera
SABATO 12 SETTEMBRE ORE 17
FARE CUORE
prima nazionale
Di e con Dome Bulfaro
Videofondale di Matteo AndrianCIRCOLO POETICO CORRENTI
POESIA A STRAPPO DISTANZA 25ESIMA EDIZIONE
PORTICI DI PIAZZA DUOMO di CREMA (CR)Questo non è solo uno spettacolo di poesia performativa, questa è un'azione per "fare società", per aprire il suo cuore, perché ognuno di noi torni a focalizzarsi sul proprio e altrui "fare cuore".
Dome Bulfaro partendo dalla personale esperienza in pronto soccorso durante la pandemia del Covid-19 costruisce, in direzione opposta al "distanziamento sociale", ponti poetici dentro di sé, tra le persone e con le persone, soprattutto con le persone presenti del pubblico."Fare cuore", per come e quanto smuove le coscienze, è una commovente messa a nudo pubblica che fa riflettere perché opera a cuore aperto nelle pieghe di emozioni e ricordi che avvicinano, uniscono.Dome Bulfaro (1971), poeta, performer, editore, è uno degli autori italiani più attivi nel divulgare e promuovere la poesia performativa e la poetry therapy. È stato invitato dagli Istituti Italiani di Cultura per rappresentare la poesia italiana in Scozia (2009), Australia (2012), Brasile (2014) e Argentina (2020). Ha formato e dirige artisticamente il gruppo di ricerca Mille Gru di Monza (2006), poi costituitosi in associazione (2007), casa editrice (2008) e gruppo curatore della rivista Poetry therapy Italia (2020). Ha fondato con Simona Cesana PoesiaPresente LAB, scuola di poesia (2020), sempre gestita da Mille Gru. Ha ideato, cofondato ed è stato Presidente della LIPS, Lega italiana poetry slam. Come critico e studioso ha pubblicato Guida liquida al Poetry slam (Agenzia X, 2016) e ha tradotto con Sara Rossetti Poetry Therapy. Teoria e pratica di Nicholas Mazza (Mille Gru, 2019). Nel 2018 ha cofondato il collettivo di poesia performativa Wow – Incendi Spontanei. Le sue pratiche di poesia terapia si sono sviluppate dal 2009 in Italia e all’estero, negli ospedali di Lecco, Milano, Lugano, il Coesit di Melbourne, in collaborazione con l’Hospice di Monza e presso altri enti. I suoi spettacoli di poesia performativa sono andati in scena in tutta Italia e all'estero.
Dome Bulfaro ospite di Poestate 2020, venerdì 5 giugno dalle 18 “Uno sguardo nel mondo del Poetry Slam” con Marko Miladinovic, Dome Bulfaro e Simone Savogin
Domenica 7 giugno 2020 alle 18.15 Dome Bulfaro sarà spite di Valentina Paiano e Maurizio Brandalese per il programma Speak About sui canali Facebook e YouTube di Radio Binario 7.

Poesia e cura, poesia e pratica terapeutica: un incontro fertile che è diventato scuola di pensiero e metodo. Quali sono i cardini della Poetry Therapy, le sue origini, i suoi presupposti teorici, i suoi possibili impieghi?
Dome Bulfaro intervistato da Silvia Rosa su "Poesia del nostro tempo".

Il festival Bologna in lettere 2020 dedica una retrospettiva a Dome Bulfaro. Dal 7 maggio saranno presentati filmati dall'archivio del performer sulla pagina dedicata.
"Ninnananna all'incontrario" di Simonetta De Donatis, interpretata da Dome Bulfaro
(da Così va molto meglio, Mille Gru, 2018)
Da “Con la paura ci mangiamo la notte” di Raffaella Musicò, romanzo edito da Paginauno, 2019, incipit interpretato da Dome Bulfaro

Inaugurazione sabato 1 febbraio ore 15-20 a Monza della sede della scuola di poesia ma anche della prima rivista di poetry therapy (on-line dal 1 febbraio). Presentazione Scuola di Poesia fondata da Dome Bulfaro e Simona Cesana a cura di Mille Gru, gruppo di ricerca, associazione culturale e casa editrice di Monza

2016: Antefatto degli impeccabili
Le poesie de “Gli impeccabili”, sezione che chiude il libro Marcia film (Scalino, 2016) e lo spettacolo, le ho composte e sono da dire, come indica l’agogica in apertura di silloge, “s’un piede”. Questa pratica cerca, al contrario delle pratiche yogiche comuni, lo stato di perenne disequilibrio. Volevo cantare da un lato la bellezza della fragilità nella precarietà, determinato dal venir meno di una gamba di sostegno (metaforicamente corrisponde alla moglie che, nonostante sia ancora innamorata del marito-regista, lo lascia), dall’altro volevo operare, in continuità con la grande tradizione di artisti, attori e poeti performativi, uno spostamento del limite di resistenza del corpo nel tempo, determinato nel mio caso dal restare tenacemente malgrado tutte le avversità sempre su un solo piede. Perché più il corpo resiste, malgrado la crescente precarietà, più si frange poeticamente come un’onda sullo scoglio delle avversità.
Nello specifico dell’Antefatto degli impeccabili, prologo composto in parte in prosa e in parte in versi, il testo della performance si caratterizza dopo una lettura neutra introduttiva dallo stretto montaggio di versi detti nel tempo di brusche frenate senza fiato alternate a corse disperate. L’intento di questo sforzo improvviso, determinato dai continui “stop and go”, è stato quello di far percepire al pubblico e far vivere a me in prima persona in quanto poeta performer la disperazione che sta provando in quel momento il mio principale fantasioso alter ego: il marito-regista, protagonista e demiurgo di Marcia film.

2014-2016: Marcia film
Camminare, correre, muoversi a ritmo di versi, narrando storie e personaggi di un’unica inarrestabile marcia, per raggiungere uno stato alterato di coscienza, che permetta il viaggio di trasformazione di un uomo in poeta, che può compiersi raggiungendo uno Stato di Grazia, fatto di messa a nudo radicale di se stessi e del mondo, in tutte le sue fragilità, in tutte le sue paure e nel contempo nella loro catarsi. Questo significa per me performare ogni volta “Marcia film”.
“Mangiacuori” è uno dei molti personaggi di questo spettacolo (formatosi da “Batte Botte” del 2010), nato dal camminare e correre intenzionalmente nel Parco di Monza per far sì che la stesura d’appartamento, digitale, di queste poesie fosse costantemente modellata insieme alla stesura vocale e fisica, immersa nella Natura. Questo training, funzionale alla composizione dei versi, ha reso ogni mia camminata e corsa nel Parco un tempo altamente poetico, perché vissuto in totale simbiosi con la Natura e con i versi che si sono formati e sono stati memorizzati tutti a passo di corsa.

Monica Guzzi su “Il giorno”: «Tradotto e pubbllicato in italiano il testo di ricerca "Poetry Therapy” del pioniere Nicholas Mazza. Dal 2009 un gruppo monzese studia e realizza progetti tra degenti, bambini e famiglia

Questo testo è stato pubbilicato il 1° settembre 2015 su versanteripido.it
C’è una regola che vale per la poesia su carta come per la poesia performata a cappella (Spoken word): esistono belle poesie e di contro parole in versi spacciati per poesie; esistono concorsi di poesia su carta di qualità ed altri, viceversa, che sono a dir poco pessimi. Il poetry slam non fa eccezione a questa regola: ne esistono di straordinari ed altri, all’opposto, che valgono poco quantomeno sul piano estetico. Tuttavia lo slam, a differenza di un qualsiasi altro evento o genere letterario, non è una semplice gara di spoken word ma è un rito sociale partecipato per il pubblico e da lui guidato. Gli autori in gara sono spinti a riconoscergli questo ruolo e ogni poeta è chiamato a sviluppare un grande senso di sportività. “Each Slam / a finality” dice Bob Kaufman.
In uno slam di qualità (e grazie alla LIPS, Lega Italiana Poetry Slam, in Italia ce ne sono davvero molti), è certo che non solo assisterete ma sarete protagonisti partecipi di quanto è trattato in questo numero di Versante Ripido: “la strabiliante danza della parola”.
Lo slam non è, sia ben chiaro, una macchina perfetta o la panacea ritrovata della poesia. Ci sono delle controindicazioni e avvertenze da seguire. Lo stesso inventore, il poeta Marc Smith, ne è consapevole e ci mette in guardia. Serve un conduttore che guidi con sapienza la rivoluzione culturale che il poetry slam può rappresentare una volta che è introdotto in un Paese. Questo ruolo in Italia lo ha svolto dal 21 marzo 2001, egregiamente, Lello Voce. Ora, insieme a lui, lo svolge la LIPS, Lega Italiana Poetry Slam.
Come lo svolge? Lo Statuto che regola la sua mission e il suo regolamento interno (consultabile sul sito www.lipslam.it) possono in astratto spiegare molto, ma è nella realtà dei fatti che si misura il suo impatto culturale.
“Il poeta è un fabbricante di frecce” è il verso di Navarre Scott Momaday (scrittore statunitense, di discendenza kiowa, inglese e cherokee) scelto come simbolo dalla LIPS, Lega Italiana Poetry Slam. Le sue frecce sono portatrici di una rivoluzione che sta cambiando il volto della poesia a livello planetario.
La LIPS, ci sono i numeri per affermarlo, ha il merito di aver fatto letteralmente esplodere il “boom dello slam” anche in Italia. I poeti rappresentanti delle migliori scene organizzatrici di slam in Italia, il 1 dicembre 2013 a Trieste, si sono radunati e hanno realizzato ciò che è nel DNA del poetry slam: unirsi in schiere di poeti arcieri e scoccare le loro frecce infuocate di versi in tutto il Paese fino a farlo bruciare, bruciare, bruciare di nuova poesia.
Dietro questo “Boom LIPS” c’è in realtà un grande lavoro culturale svolto dai suoi membri e soci, che ha come finalità lo sviluppo della poesia orale in Italia e non esclusivamente la divulgazione del poetry slam.
LIPS talent scout
I Campionati Nazionali LIPS 2013-2014, 2014-2015 e quello appena avviato 2015-2016 hanno una finalità culturale che va ben al di là della gara. La competizione degli slam e dei suoi campionati regionali e nazionali di fatto stimola la creatività e macina un lavoro da talent scout in tutta Italia.
Il poetry slam è sempre più nel nostro Paese, grazie al lavoro culturale della LIPS, un contenitore dei più svariati modi di fare spoken word: poeti provenienti dalla poesia detta performativa, poeti lineari, sonori, dialettali, esponenti di lingue minoritarie non italiane, si ritrovano fianco a fianco a gareggiare sullo stesso palco, con rapper privi dell’ausilio di un flow o un DJ, cantanti provenienti dai più disparati generi musicali, poeti provenienti da percorsi formativi compositi o da singole arti come il teatro, le arti visive, la performance art e la danza. Poeti che arrivano dall’underground e che nella vita svolgono i più disparati mestieri oppure poeti che sono solo poeti. Dai poeti laureati fino all’ultimo dei diseredati, tutti sono i benvenuti e partono alla pari, sullo stesso piano del pubblico.
Il poetry slam è un arcipelago di stili così complesso e irregolare, in continua evoluzione, che sfugge a qualsiasi impeccabile suddivisione in classificazioni o stili. Si potrebbe affermare che gli autori più significativi incarnano essi stessi uno stile unico e irripetibile. Di fatto il poetry slam permette un presidio permanente di novità espressive nell’arte dello spoken word. È in quest’ottica che vanno letti i Campionati LIPS. E difatti molti nuovi e interessanti autori si sono affacciati e sono maturati all’interno del circuito LIPS, l’unico va sottolineato che vanta la partecipazione dei migliori poeti-slammer italiani.
Le molte tribù di slam, appena sono diventate un’unica famiglia, hanno avviato un processo di sviluppo e di inclusività che ha portato a realizzare in soli due anni, lungo tutto lo stivale italico (isole comprese), campionati nazionali annuali di 150 slam e oltre 500 poeti partecipanti (Campionato 2013-2014) e di 200 slam (Campionato 2014-2015) e 1000 poeti partecipanti, selezionati da giurie popolari scelte a caso, slam dopo slam, fino a 20 finalisti provenienti da tutta Italia. Il pubblico nelle finalissime nazionali era formato da 400 persone (Monza, PoesiaPresente, 2-3-4 maggio 2014) e 250 persone (Ancona, La Punta della Lingua, 15-16 luglio 2015). Numeri da capogiro per gli usi e costumi della poesia nostrana.
Il terzo Campionato 2015-2016 è già partito con una grande novità, il Campionato nazionale giovani aperto a tutti gli studenti delle scuole secondarie. Fin dall’inizio la LIPS ha tenuto molti poetry slam nelle scuole che hanno coinvolto anche fino a 500 allievi e oltre. In pochi anni sono nati o si sono consolidati percorsi di avvicinamento allo slam e alla poesia in Lombardia (Monza e Varese), Puglia, Sicilia… Persino “Topolino” ne ha scritto in un suo numero (n.3095, 18-24 marzo 2015), proprio perché si stanno studiando, con le dovute cautele, dei percorsi slam anche per i più piccoli.
Soprattutto i giovani, grazie al poetry slam, stanno ricostruendo un rapporto molto positivo con la poesia. Tutta la poesia. Anche quella classica. Questo aspetto è il lavoro culturale su cui la LIPS dedicherà sempre più energie.
La LIPS, prima e unica, riconosciuta, Family Slam in Italia
In breve tempo l’associazione di volontari no profit LIPS è diventata il gruppo di poeti più numeroso in Italia che lavora per la stessa causa e ha dato all’Italia una Family Slam, l’unica organizzazione italiana riconosciuta da Marc Kelly Smith, il poeta (Papislam) che il 25 luglio 1986, a Chicago, ha dato vita al poetry slam.
La LIPS ha come Presidente onorario il Papislam italiano, Lello Voce, il poeta che non solo ha portato in Italia il poetry slam, ma che è stato ideatore del primo poetry slam internazionale plurilingue, con ben sette lingue diverse (RomaPoesia 2002, Big Torino 2002), colui che ha divulgato e difeso sostanzialmente da solo, fino alla nascita della LIPS, le regole fondamentali e la filosofia dello slam. Quasi tutti gli appassionati italiani di slam hanno appreso la filosofia dello slam, le sue regole e la sua terminologia consultando questo sito: http://www.lellovoce.it/Poetry-Slam oppure attingendo direttamente alla fonte sul sito di Mr. Smith: www.slampapi.com.
Sergio Garau, referente internazionale della LIPS, ha chiarito molto bene il ruolo della Family: “Marc Smith dice – e traduco – che lo slam non appartiene a lui, ma alle migliaia di persone che hanno dedicato i loro cuori, la loro energia, il loro tempo e il loro denaro a questa forma interattiva di presentare la poesia a un pubblico. Insomma lo slam appartiene a chi lo porta avanti e lo fa crescere. Marc Smith, tuttavia, spera che il poetry slam continui a crescere in accordo con un suo pensiero, una sua semplice filosofia. Questa filosofia – afferma – è considerata la struttura portante di quella “che noi chiamiamo Slam Family”. Chiariamo: quando Marc Kelly Smith dice “noi” lo fa con cognizione di causa, non è un noi maiestatis ed è ben lontano dall’atteggiarsi ad autoritario padre padrone. (…) Quando mr. Smith dice “Family” intende la comunità, l’insieme di comunità che compongono lo slam statunitense e internazionale – usa la parola “Family” per esprimere un legame sociale, cooperativo e di reciprocità forte, instaurato prima di tutto da quel suo dono iniziale.”
Nonostante il lavoro culturale attento di Lello Voce, al quale affiancherei quello degli Sparajurij, non sono mancati in Italia appropriazioni indebite e manipolazioni dello slam, spesso per cavarne propri vantaggi personali. La LIPS, non ha semplicemente divulgato il poetry slam e fornito un regolamento slam in linea con quelli internazionali (www.lipslam.it) ma sta presidiando lo slam in Italia, garantendo che la filosofia di Smith non sia tradita. A questo proposito la formazione di MC, i maestri di cerimonia degli slam, e la maturazione da parte degli MC di stili sempre più personali rappresentano per la LIPS un punto cruciale di ricerca.
LIPS, Festival&RAI
Ma i meriti della LIPS, come dicevamo, vanno ben oltre l’organizzazione di slam. La sua apparizione ha rivitalizzato l’intero panorama di ricerca italiano anche fuori dallo slam. PoesiaPresente ha organizzato in collaborazione con la LIPS, il primo festival di 3 giorni tutto dedicato al slam, che oltre ad ospitare le finali lombarde e nazionali della LIPS e in collaborazione con la LIPS, ha portato molti poeti slammer italiani nelle scuole e ha organizzato laboratori di poesia. Ma soprattutto ha inaugurato la prima finalissima italiana con ospiti d’eccezione stranieri Philip Meersman (Belgio), poeta organizzatore del Campionato Europeo di Poetry Slam, e Marc Kelly Smith, il quale così si è espresso sul Festival e le finali LIPS: “Monza Poesia Presente Magnificent! I’m eating a late dinner at Hotel Karol restaurant in Monza after experiencing and performing at the rebirth of the Italian National Slam. It was a great success. Marvelous audience (old and young — rich of heart and mind). A mix of many styles. Great fun generate by the emcees. And the old man kicked ass.
The Italian slammers are struggling with the same questions slammers in other parts of the world have struggled with. It breaks to one overriding issue: should organizers make production choices that favor the poets sensibilities or choices that make the show more enjoyable for the audience. All who know me know where I stand. Poetry Slam was created for the audience. As performing poets we are servants to them. I hope the Italian slam community chooses the later. If they do their shows will grow and grow. If not they will end up like the old faulty models of poets reading to poets sans any real audience.” (www.papislam.com)
Grazie a Lello Voce e a PoesiaPresente, festival che ha curato il tour in Italia, in collaborazione con molte organizzazioni della LIPS (abrigliasciolta di Varese, H2 di Roma, Atti impuri di Torino, Arci Fuorirotta di Treviglio), molte città italiane hanno ospitato lo slampapi mondiale.
La LIPS, sempre grazie al suo Presidente onorario Lello Voce, ha portato lo slam in RAI. Il festival “Ritratti di Poesia”, a cura di Vincenzo Mascolo, ha ospitato un poetry slam per la prima volta all’interno del suo programma e questo slam è stato il primo ad essere ripreso e integralmente messo in onda dalla RAI. Il Festival internazionale “Europa in versi” di Como, diretto dalla poetessa Laura Garavaglia, ha ospitato uno slam che aveva come ospite d’onore il Campione Nazionale in carica 2014, Pierluigi Lenzi, il quale proprio in quella occasione è stato scoperto e poi pubblicato da Gattomerlino/Superstripes (Editore di Roma) di Piera Mattei.
La LIPS, infine, sta mettendo a punto “PaperLIPS” un aggregatore di studi, informazioni, report, video, traduzioni, sul poetry slam e sulla poesia orale. Uscite periodiche che hanno il fine di stimolare la ricerca, aprire la mente, essere aggiornati su quello che di straordinario in poesia sta accadendo nel mondo.
International LIPS: poeti italiani all’estero, poeti esteri in Italia.
La LIPS sta svolgendo un lavoro importante di internazionalizzazione della nostra poesia.
Oltre a Smith e Meersman, la LIPS ha portato in Italia in più sedi il due volte campione europeo, il poeta spagnolo Dani Orviz (entrambi grazie a Sergio Garau) e il campione portoghese in carica Nilson Muniz (ospite nel 2015 de “La Punta della Lingua” di Luigi Socci e Valerio Cuccaroni, festival affiliato alla LIPS che già l’anno passato aveva ospitato il campione del mondo di poetry slam Harry Baker – United Kingdom), senza contare il lavoro dell’International Poetry Slam di Trieste che nelle edizioni 2013 e 2014 ha ospitato oltre alla Wihlborg anche Ana Reis (Portogallo) e tanti altri autori stranieri non necessariamente legati al mondo slam.
La LIPS non solo porta i migliori slammer in Italia ma permette a quelli italiani di andare all’estero: Alfonso Maria Petrosino (secondo classificato Campionato LIPS 2014), dato che Lenzi non ha potuto parteciparvi per ragioni logistiche, ha rappresentato l’Italia al Campionato Europeo di Poetry slam, Malmö, 2014. Sergio Garau (terzo classificato al Campionato nazionale) è stato scelto dalla LIPS per tenere una serie di laboratori in una scuola di Madrid. Lo stesso Garau, insieme ad Alessandra Racca e Giacomo Sandron hanno rappresentato l’Italia nel campionato internazionale a squadre che si è tenuto a Mons (Belgio). In questo momento la LIPS sta lavorando per portare un poeta italiano in Portogallo (sempre attingendo dalla classifica dei Campionati nazionali).
Non ultimo va detto che la LIPS è stata scelta come referente europeo del World Poetry Movement (WPM), che ha sede a Medellin (Colombia).
La LIPS
Nel poetry slam gli organizzatori sono tenuti in alta considerazione. Nella LIPS la maggior parte degli organizzatori, sono poeti di primo piano che si spendono in prima persona rinunciando a partecipare al campionato nazionale e mettendosi totalmente al servizio dell’organizzazione.
Tutti i soci LIPS non solo iscrivendosi permettono all’associazione LIPS di esistere ma soprattutto, a dimostrazione della serietà dell’associazione, vengono assicurati dalla LIPS in caso di infortunio durante lo slam o la sua organizzazione.
Tutti possono partecipare come poeti, essere organizzatori LIPS oppure organizzatori di slam validi per il Campionato LIPS. Basta contattarci.
Ecco un piccolo quadro dei principali fautori della LIPS dal 2013 ad oggi.
Riprendo lo schema impostato da Sergio Garau in questo articolo: http://www.attimpuri.it/2015/08/situazioni/bozza-darticolo-sulla-storia-dello-slam-in-italia-critiche-sanguinose-cercasi/
Concepimento del progetto LIPS: Christian Sinicco, Dome Bulfaro e Max Ponte.
Presidenti Christian Sinicco, Dome Bulfaro – Presidente onorario Lello Voce – Vicepresidenti: Annelisa Addolorato, Nicolas Cunial – Segretari: Max Ponte, Elena Gerasi – Consiglieri nazionali tra il 2014 e il 2015: Luigi Socci, Francesco Kento Carlo, Francesco Fittipaldi, Giacomo Sandron, Alessandra Racca, Adriano Padua, Bruno Rullo, Lene Morgenstern, Laura Di Corcia, Sergio Garau, Silvia Parma, Mattia Altobelli, Massimo Mirabile
Coordinatori e vice regionali 2014, 2015: Lombardia: Marco Borroni, Lorenzo Ferri (vice Dome Bulfaro, Elisa Orlando) – Nordest: Roby Ferrari, Julian Zhara (vice Alessandro Burbank) – Nordovest Alessandra Racca, Max Ponte, Sergio Garau, Giacomo Sandron (vice Filippo Balestra) – Emilia-Romagna e Toscana: Dome Bulfaro, Silvia Parma (vice Valentina Di Fatta) – Marche, Umbria, Abruzzo e Molise: Luigi Socci (vice Alessandro Seri) – Sud: Francesco Fittipaldi, Andrea Bitonto (vice Francesco Fittipaldi) – Lazio e Campania: Francesco Kento Carlo, Mattia Altobelli (vice Martina Serravento) – Sicilia: Adriano Padua, Massimo Mirabile (vice Tiziana Spadaro) – Sardegna: Sergio Garau (vice Giovanni Salis).
In Lombardia va inoltre ricordato l’enorme lavoro culturale svolto da “abrigliasciolta” di Ombretta Diaferia (Varese). D.B.
INFO:
www.lipslam.it
https://www.facebook.com/LegaItalianaPoetrySlam?ref=hl

Di Giovanna Frene ho voluto tradurre l’autoanalisi, la dimensione drammaturgica del suo comporre, il suo modo netto e tagliente di rompere la crosta e abitare le parole nel profondo.
Il piano cristallino in cui muove il suo pensiero, di etica ferrea, è solo in apparenza glaciale. Sotto questa lastra di ghiaccio c’è un mondo emotivo e spirituale, epocale, che volevo fosse udibile.

Gli organizzatori e i direttori artistici dei festival, i curatori di antologie come i traduttori che vi partecipano (ringrazio coloro che a Lingua da battaglia, I Quaderni del Bardo, 2019, hanno dato il loro contributo), danno spazio alla voce di questi poeti slammer, indicando degli esempi di qualità di ricerca poetico-artistica.
Il problema nodale, quando s’intende sviluppare un movimento artistico nazionale e le ricerche dei singoli che la animano, è quello di attivare, preservare, incrementare processi di internazionalizzazione, confronti e scambi interculturali. Nel caso specifico del movimento del Poetry slam occorre organizzare festival, eventi, strutturare scene in rete fra loro, produzioni di spettacoli, tornei, campionati, laboratori, incontri nelle scuole e creare Letteratura intorno al fenomeno slam, operazione culturale in cui rientra anche questa antologia. Ma dal 2001, anno in cui lo slam è sbarcato in Italia grazie a Lello Voce, quali realtà si sono spese meglio in questo senso?
Ho delineato una risposta lunga 18 anni nella sottostante ricostruzione cronologica dei maggiori festival, delle scene slam e delle principali antologie italiane che hanno proposto poeti slammer stranieri in Italia. Organizzatori e MC come Lello Voce, Daniela Rossi, sparajurij, Sergio Garau, Christian Sinicco e il sottoscritto risultano i più attivi. Grande lavoro di ponte tra Alto Adige, Austria e Germania è stato svolto negli anni da Lene Morgenstern. A questi si stanno aggiungendo in tempi recentissimi nuovi soggetti, curatori di tornei che prevedono un poeta slammer straniero di levatura internazionale, invitato nel ruolo di special guest.
La prima cernita pubblicata in un libro di alcuni dei principali poeti slammer stranieri, venuti in Italia tra il 2001-2007, è stata raccolta in Slam Antologia Europea.
Lingua da battaglia, in questo senso, ne allarga e impressiona il disegno, selezionando degli autori a cui corrispondono testi perlopiù di carattere politico-sociale. Come indica il sottotitolo “seconda antologia mondiale di poeti slammer pubblicati in Italia” questa mappatura è complementare a La parola impressionante, “prima antologia mondiale di poeti slammer pubblicata in Italia”, nella quale i testi degli autori selezionati sono più incentrati sul senso e il valore della parola poetica.
In generale da quando il poetry slam è arrivato in Italia si sono avuti molti poeti slammer stranieri dal 2002 al 2010. Tra il 2011 e il 2013 c’è stata la maggior flessione, mentre a partire del 2014 c’è stata una netta ripresa, dovuta in gran parte alla nascita della LIPS.
1997-2002 Roma Poesia. Primo Poetry Slam in Italia. Fondato da Franca Rovigatti e Luigi Cinque.
In ideale continuità e con lo stesso imprinting del Festival internazionale Milanopoesia (1984-1992), “Romapoesia, festival della parola”, nasce nel 1997 sull’idea che la poesia sia “arte totale” e debba uscire dalla pagina scritta, prendere voce e corpo, diventare performance, coniugandosi con musica, teatro, videoarte e, nelle recenti edizioni, anche alla videopoesia. Dalla prima edizione si avvale negli anni di moltissimi apporti e direzioni artistiche, tra i quali spiccano oltre ai due fondatori personalità come Nanni Balestrini, Lello Voce, Maria Teresa Carbone, Marco Palladini, Daniela Rossi, Andrea Cortellessa e Lidia Riviello. Romapoesia ha ospitato i primi poetry slam italiani tra cui il primo in assoluto organizzato in Italia (Roma, 21 marzo 2001, MC Lello Voce); anche se in quell’occasione lo slam non ospitò poeti in gara o ospiti internazionali stranieri, questo Festival fin dal suo primo anno di nascita, fu il maggiore Festival Internazionale di poesia a cavallo di secolo, distinguendosi per aver portato in Italia numerose figure pregnanti della spoken word mondiale, come ad esempio i rappresentanti del Nuyorican Café: Algarin, Laviera, Pedro Pietri, Piri Thomas. Da evidenziare anche l’edizione di Romapoesia 2002, che ha ospitato il terzo slam plurilingue mai svolto al mondo, MC Lello Voce.
2002 BigTorino. Primo Poetry Slam plurilingue al mondo. MC Lello Voce
Non tutti lo sanno ma la vocazione all’internazionalità del poetry slam è nata in Italia. Precisamente è nata il 10 maggio 2002, nella Mole Antonelliana, per BIG TORINO, ideazione, slammaster e la paternità del primato sono di Lello Voce, lo slampapi d’Italia. Con questa gara ci siamo guadagnati il primato di essere il primo Paese al mondo a realizzare un poetry slam internazionale plurilingue.
2002-2007. International Bolzano Poetry Slam. MC Lello Voce
Gara in alcune edizioni condotta, bilingue, a due da Rayl Patzack & Lello Voce, rientra nel Festival Parole Migranti (2001-2010), che ha proposto eventi, seminari, laboratori e nuove tecnologie per un'indagine creativa sul tema del multilinguismo.
Daniela Rossi, direttrice artistica del Festival, è colei che ha promosso in Italia i Poetry Slam internazionali in totale sodalizio col poeta Lello Voce. Dal primo poetry slam bilingue italo-tedesco questo festival si è caratterizzato, oltre che per la profonda attenzione a far dialogare le due lingue autoctone, di internazionalizzare con un taglio formativo e didattico. Nelle varie edizioni erano infatti previsti per gli studenti delle scuole superiori reading e poetry slam mattutini a cui seguiva la sera il poetry slam aperto al pubblico. La prima edizione si è svolta il 16 novembre 2002, curatela e Master of Ceremonies (MC): Lello Voce. Poeti in gara: Christian Raimo, Stefano Raspini, Sara Ventroni, Collettivo Sparajurij, Bastian Böttcher, Zóchie A. Schütz e alcuni giovani poeti di Bolzano. Ospiti Tracy Sprinter e Tiziano Scarpa, DJ-Poetry-set PeeJay Rayl Patzak. Organizzazione MRF progetti.
2005-2010 Absolute Poetry. Monfalcone. Direzione artistica e MC Lello Voce.
I poetry slam internazionali di Absolute Poetry, oltre ad essere tra i più belli che abbia mai visto in Italia, hanno rappresentato un modello culturale di Festival. Già la prima edizione del 2005 anche se non ospitava Poetry Slam evidenziava una particolare attenzione agli aspetti linguistici e alla performatività. Tra il 2005 e il 2010 ha portato in Italia figure di primissimo piano come i Last Poets, Marc Kelly Smith, Saul Williams, Regie Gibson, Kat Francois, Francesca Beard, Henry Bowers, Eduard Escoffet, Jürg Halter, Laureline Kuntz e tanti tanti altri. Nell’ultima edizione, quella del 2010, Lello Voce si è avvalso anche della collaborazione artistica e scientifica: Luigi Nacci e Gianmaria Nerli.
2005-2019 Trieste International Poetry Slam. MC, Christian Sinicco, Matteo Danieli e Giuseppe Nava.
L’appuntamento annuale internazionale più longevo d’Italia. La scena italiana stabile che nel tempo ha ospitato (e tradotto) il numero di autori più consistente: Yasmin Hafedh (Yasmo), Natalia Molebatsi, Marçal Font i Espí, Jan Jilek, Simon Raket, Ana Reis, Raquel Lima, Daniel Piper, Jimi Lend, Salva Soler e molti altri. L’edizione del 2013 ha ospitato la nascita dell’associazione LIPS, Lega Italiana Poetry Slam (30 novembre). Direzione artistica Christian Sinicco, Matteo Danieli, Giuseppe Nava, Beatrice Bigio, Michele Alessio, Furio Pillan.
2007 “Slam_ Antologia Europea”. Curatela collettivo sparajurij
Con “Slam_ Antologia Europea” (2007, Torino, Ed. No Reply), curata da sparajurij, lo storico collettivo dello slam italiano, definì “una selezione delle voci più interessanti e più assidue, in Italia e nel resto d'Europa” che, aggiungo io, spesso furono protagonisti anche in Italia dei maggiori poetry slam proposti dal 2002 fino al 2007.
Questa antologia prosegue idealmente quel lavoro, concentrandosi su alcuni dei maggiori poeti slammer stranieri che stanno offrendo un modello ed un respiro internazionale e interculturale.
Dal 2008. PoesiaPresente. Monza e Milano. Direzione artistica e MC Dome Bulfaro, regia Enrico Roveris.
PoesiaPresente (2006-2019) è stata la prima realtà a proporre un modello culturale diverso dal festival: la stagione poetica. Modello a cui negli anni si è affiancato anche il format del festival PoesiaPresente. Gli eventi poetici a 360°, distribuiti nell’arco dell’intero anno, prevedevano un’intensa attività nelle scuole. La proposta della stagione PoesiaPresente 2014 si arricchisce del Poetry Slam Festival, prima edizione in Italia di “festival di poesia” interamente dedicato allo slam. La prima stagione PoesiaPresente data 2006 ma è a partire del 2008, con l’ospitata di Nii Parkes, che si afferma luogo eletto dello slam italiano e internazionale. Tra i poeti slammer stranieri ospitati negli anni spiccano Regie Gibson, Christian Uetz, Alexis Diaz Pimienta, Tania Haberland, Virginie Potraisson, Philip Meersman e molti altri. Organizzazione Mille Gru, associazione che cura il primo tour in Italia di Marc Smith.
Dal 2013. La Punta della Lingua Poetry Slam. Ancona. Direzione artistica e MC Luigi Socci
Il festival La punta della lingua (2006-2019), guardandolo dopo 14 anni di attività, più di ogni altro ha saputo coniugare poesia accademica e sperimentale, poesia dialettale e poetry slam. Per ciò che riguarda il contributo dato all’internazionalità del movimento slam italiano, ha coniugato incontri/gare nelle scuole a poetry slam pubblici talvolta con ospiti internazionali a partire da Harry Baker (2013), Laura Wihlborg (2014), Nilson Muniz (2015), e Bojan Samson (2018). Il festival dopo alcune edizioni è stato codiretto anche da Valerio Cuccaroni. Organizzazione Nie Wiem.
2013-2019. Italia. LIPS, Lega Italiana Poetry Slam.
L’unione di tutte le maggiori scene dovuta dalla nascita della LIPS ha permesso ai poeti slammer italiani, per la prima volta, di contare su un circuito nazionale dove poter proporre in tour i propri spettacoli e far circuitare, a spese contenute, poeti slammer stranieri. Ha contribuito enormemente all’affermazione di poeti italiani all’estero, su tutti spicca il tre volte campione italiano LIPS: Simone Savogin, il quale è stato sempre utilissimo per indicare autori stranieri da portare in Italia. La LIPS, in effetti, ha permesso a diversi poeti slammer di entrare in contatto con scene internazionali estere. Tra le scene della LIPS che hanno contributo al processo di internazionalizzazione vanno citati almeno Atti Impuri Poetry Slam di Torino (MC Alessandra Racca, Giacomo Sandron, Arsenio Bravuomo, Sergio Garau) e Arci Fuorirotta Poetry Slam (Treviglio – BG, direzione artistica Lorenzo Ferri Sergio Garau. MC Sergio Garau). Il neonato Sparwasser Poetry Slam (Roma, collettivo Wow – Incendi Spontanei. MC principale Giuliano “Logos” De Santis) ha ospitato Nassar Al-Qalam del Benin.
Alle finali 2016 del Campionato individuale LIPS (Monza, MC Paolo Agrati e ScartyDOC-Davide Passoni) l’ospite è stato l’argentino Ignacio Perini.
2014 Coordinamento/collettivo Poetry Slam Sardegna. Direzione artistica e MC Sergio Garau.
L’esperienza internazionale di Sergio Garau permette al coordinamento/collettivo LIPS della Sardegna di proporre negli anni anche ospiti internazionali come Laura Wihlborg, Dani Orviz, Frank Klötgen, Dareka. Coordinatore Giovanni Salis.
2016 Guida liquida al poetry Slam. Di Dome Bulfaro.
Guida di riferimento teorica, pratica, antologica, completa di ricostruzione bibliografica e video, che ricostruisce la storia del poetry slam nazionale e internazionale. Si avvale dei contributi di più di 50 agitatori della scena italiana e mondiale tra cui spiccano i nomi di Marc Smith, Pilote Le Hot, Rojo Cordova, Zohad Zee Khan, Roberta Estrela D’Alva, Mustapha Slameur, Olivia Bergdahl, Jaan Malin, Philip Meersman, Tania Haberland. Edizioni Agenzia X , Milano.
14 dicembre 2017. Venezia. Versus! International Poetry Slam. MC Alessandro Burbank e Marko Miladinovic.
Miglior poetry slam 2017. Si riaccende la tradizione di organizzare slam internazionali con Versus! International Poetry Slam: in gara Raquel Lima (Portogallo), Youness Mernissi (Belgio), Evelyn Rasmussen Osazuwa (Norvegia), Laura Sam (Spagna) + alcuni italiani.
19 maggio 2018 e 13 aprile 2019 International Poetry Slam. Co-curatore e MC Dome Bulfaro.
Dall’azione sinergica tra gli organizzatori del Festival internazionale “Europa in versi” e Dome Bulfaro sono nati i due poetry slam mondiali più importanti realizzati nel 2018 e nel 2019 in Italia. Tra i poeti slammer invitati, campioni nazionali e mondiali come la Rasmussen Osazuwa o Sam Small, lo Slampapi Marc Smith, tra cui diversi che per la prima volta calcano i palchi italiani come D’ de Kabal, Sam Small, Roberta Estrela D’Alva e Olivia Bergdahl.
Questi due poetry slam ideati da Dome Bulfaro sono inseriti nel programma del Festival Internazionale “Europa in versi”. Direzione Artistica del Festival Laura Garavaglia. Curatela del Festival Laura Garavaglia, Elisabetta Broli e Andrea Tavernati. Organizzazione Casa della Poesia di Como.
Maggio 2018. La parola impressionante. Prima antologia mondiale di poeti slammer pubblicata in Italia. A cura di Dome Bulfaro.
Questa antologia di 18 autori provenienti da Paesi/lingue che, a differenza di Slam_Antologia Europea del 2007, selezione autori setacciando in lungo e in largo il mondo. A rappresentare l’Italia Simone Savogin. Curata per “I Quaderni del Bardo” edizioni è inclusa nel libro “La poesia e il viaggio” del Festival Internazionale “Europa in versi”.
6 Dicembre 2018 – 16 maggio 2019 Torneo Wow Poetry slam. Roma. Direzione artistica e MC Dome Bulfaro & Giuliano “Logos” De Santis.
Rappresenta il primo torneo in sei puntate, con cadenza mensile, a proporre un ospite internazionale. Sul palco del Monk ad oggi si sono esibiti Dani Orviz, Bence Barany, Tania Haberland, Laura Sam. Il collettivo Wow- Incendi Sponanei sta facendo inoltre un lavoro di ricerca fondi per portare in Italia Faithfull e Al Fàruq. Social media manager Valerio Santori. Organizzazione collettivo Wow-Incendi Spontanei.
Gennaio 2019 Torneo Reginette Poetry Slam. Milano. MC Martina Dirce Carcano e Sam Kaubauter.
Secondo torneo in quattro puntate (7-14-21-28 gennaio), partito subito dopo il Wow Poetry Slam. Sul palco dell’Ostello Bello in centro a Milano sono saliti come ospiti speciali l’israeliano Tamir Aharoni, Nuno Piteira, dal Portogallo, è invece l’ospite del 14 gennaio. Il 21 gennaio è la volta di Margalida Follow Theilda, originaria di Palma di Maiorca e del belga Simon Raket. La Deejay e poeta slammer Francesca Pels completa il graffiante trio di conduttrici. Dietro questa operazione c’è l’apporto anche di Simone Savogin.
2019 Poetry Slam Südtirol. A cura di Lene Morgenstern.
1 scena 32 autori 62 poesie: questo libro e il CD allegato hanno lo scopo di documentare lo sviluppo, la diversità – anche linguistica – e la potenza della scena slam altoatesina. Merano, Edizioni Alpha & Beta.
Aprile 2019. Lingua da Battaglia. Seconda antologia di poeti slammer pubblicata in Italia. A cura di Dome Bulfaro.
Seconda antologia di 18 autori proveniente da Paesi/lingue di tutto il mondo, curata per i “I Quaderni del Bardo” edizioni, inclusa nel libro “La poesia e l’altro” del Festival Internazionale “Europa in versi”. In continuità e complementare a “La parola impressionante” raccoglie molti dei principali poeti slammer internazionali che sono stati ospiti in Italia e che hanno alimentato lo scambio culturale, plurilinguistico e di ricerca artistica tra Italia e scena internazionale, dopo l’antologia “Slam Europa”. A rappresentare l’Italia
Autori come Aharoni, Baker, Bergdahl, D’ de Kabal, Gibson, Gomringer, Haberland, Muniz, Orviz, pur avendo performato in Italia, non sono stati inseriti in questa antologia perché già presenti nella selezione de “La parola impressionante”.
Marzo 2020. Saltano, a causa del covid, quelle che sarebbero il primo European Poetry Slam Championship in Italy. A cura della LIPS
Dopo mesi di lavoro di un gruppo nutrito di rappresentanti della LIPS, in particolare sinergia con il Coordinamento LIPS Lombardia, saltano le finali europee che si sarebbero svolti a Milano il 19-21 marzo 2020. L'organizzazione è stata guidata dall'allora Presidente LIPS in carica Sergio Garau. I laboratori si sarebbero dovuti svolgere invece nella nuova sede PoesiaPresente LAB, a Monza, a cura di Mille Gru.
Marzo 2020. "Indoor poetry marathon". A cura della LIPS. Ideazione, coordinamento e speaker Simone Savogin.
Dopo mesi di organizzazione, raccolta fondi, ricerca sponsor e pianificazione, in un lampo, un virus ha spazzato via la possibilità di portare a Milano il Campionato europeo di Poetry Slam (oltre che troppe vite). Lo sconforto, misto a incredulità, ha aleggiato nelle prime riunioni telematiche, ma l’impeto con cui di settimana in settimana il gruppo ha incanalato le energie verso uno scopo comune, ha sconfitto ogni ombra di pensiero negativo, quando si è materializzata l’opportunità di organizzare online qualcosa che potesse, anche solo in parte, sopperire alla mancanza di un’azione significativa durante la giornata internazionale della poesia. Se le persone non possono venire a godersi la poesia, la poesia va portata alle persone. E se l’occasione è una “giornata”, l’evento non può durare meno di 24 ore. Così è nata l’idea di proporre a chiunque volesse mettersi in gioco, di partecipare con una poesia a una maratona da “correre” stando in casa. Una volta aperte le iscrizioni, i volontari hanno imbastito un palinsesto, raccolto indirizzi, creato un sito e contattato personalità di spicco; in pochissimo tempo e con variazioni dell’ultimo minuto, più di 170 persone sono state incasellate in una tabella oraria che non ha previsto pause dalle 00 alle 24 del 21 marzo 2020. Poeti da tutto il mondo, cantautori, doppiatori, rapper, attori e performer hanno sfidato le avversità tecnologiche per convogliare un’onda poetica verso più di 30 mila spettatori su Youtube e Facebook, un risultato che è andato oltre ogni più rosea aspettativa. Grazie a Zampediverse, l’agenzia che ha animato le illustrazioni di Martina Dirce Carcano e fornito tutta la strumentazione professionale di ripresa e broadcasting, è stato possibile offrire un intrattenimento di alto livello per tutta la durata della diretta. Nonostante la mancanza fisica del condividere, la Indoor poetry marathon è stato un piccolo gigante evento poetico che ci ha avvicinati in un momento difficile." (Di Simone Savogin da "Voice Waves | L'onda della voce", Mille Gru, Monza, 2020)
Giugno 2020. Voice Waves | L'onda della voce. European Poetry Slam Championship in Italy. A cura di Dome Bulfaro.
Esce, edito da Mille Gru, il libro che documenta la prima finale europea di Poetry Slam che si sarebbe svolta in Italia se non fosse arrivato il Covid. Il libro, bilingue lingue Italiano / Inglese, è realizzato in collaborazione con LIPS Lega Italiana Poetry Slam, con le illustrazioni: di Martina Dirce Carcano. Un libro che fotografa il movimento del poetry slam in Italia e in Europa con contributi critici di numerosi autori e studiosi e le poesie di 29 poeti da tutta Europa. La Slam Family nazionale, quella europea e quella internazionale, sono accomunate dall’affermare il Diritto per tutti alla Poesia, un processo di democratizzazione sviluppato dal movimento del poetry slam. Questo libro è composto da una ricca sezione critica, che approfondisce la filosofia slam e le questioni legate alla traduzione della performance poetry, e da una sezione antologica che raccoglie le poesie di 29 poeti-slammer, provenienti da altrettanti paesi europei e vincitori dei rispettivi campionati nazionali. Inoltre è il documento delle prime finali europee di poetry slam in Italia, che si sarebbero dovute svolgere dal 19 al 21 marzo 2020, se non fossero state annullate a un passo dalla loro realizzazione, a causa delle restrizioni imposte per arginare la diffusione del virus Covid-19.
Con un’intervista inedita a Marc Kelly Smith, “Slam Papi” mondiale, poeta americano inventore del poetry slam. Contributi critici di grandi autori del mondo slam: Dome Bulfaro, sparajurij/Sergio Garau, Philip Meersman, Beatrice Achille, Nicolas Cunial, Andrea Bitonto, Simone Savogin. Postfazione di Lello Voce, lo Slam Papi italiano. Antologia europea con poesie di: Henrik Szanto (Austria), Tom Driesen (Belgio), Argyri Loizou (Cipro), Dino More aka Tremens (Croazia), Kristine Victoria Madsen (Danimarca), Kaisa Kuslapuu (Estonia), Solja Krapu (Finlandia), Cédric Gerbandier e Treize Accordée (Francia), Friedrich Herrmann (Germania), Panagiotis Drakopoulos aka Witness (Grecia), Beau Williams (Irlanda), Emanuele Ingrosso (Italia), Juozas Ališauskas (Lituania), Igor Trpcheski (Macedonia), Marius Abrahamsen (Norvegia), Maxime Garcia Diaz (Paesi Bassi), Magdalena Tyszecka (Polonia), Lucerna do Moco (Portogallo), Ondrej Hrabal (Repubblica Ceca), Anton Trubajchuk (Russia), Calum Rodger (Scozia), Jovana Ilkić (Serbia), Michael Krakowsky (Slovacchia), Eva Kokalj (Slovenia), Dani Orviz (Spagna), Andra Anna (Svezia), Lindon Krasniqi (Turchia), Richárd Sárközi (Ungheria)

"I cà", di Delio Tessa (1886-1939), ambientata negli della crisi del '29 e seguenti.
Lettura scenica di Dome Bulfaro.
... in quei casoni / brutti che sono venuti / su come funghi / in via Bligny, / oh... se ce n’erano/ di finestre abbuiate / in questi anni scorsi! / (Pare che non trovassero / da affittare...) / Adesso, però, / c’è la luce in tante; / quante famiglie / sono andate ad abitarci! / Qui c’è una strada /
tagliata a metà / in un prato, / là c’è una fabbrica / non finita... / Città... città... / «... Datemi da mangiare!...» / ... gridano... chi è?... / «... Da temi da mangiaaare!...» / ... gridano... laggiú... / Fra un tram e un carro / sempre quell’urlo!... / È un operaio, / mi dico, «Datemi / da lavoraaare!...» / ... un operaio / qui della fabbrica, / di quelli, magari, / che hanno lasciato a casa / ... un disperato!... /
Sassi... contro i muri / bui di quelle case, / sassi sono quei suoi: / «datemi da mangiaaare!...» / Sassi quei suoi: «... datemi / da lavoraaare!» / Sassi quei: «... se no / accoppatemi... maiali!» / Sassi contro i muri / di quei casoni / sordi laggiú!... / Vetrate... tendine / mauves alle finestre... / a quella luce / dorata – non so / perché – / diresti che è una sala... / Parlano: ... buffet... / Controbuffet... / Salle à-manger / della famiglia / perbene... / ... moglie... figli / e musagete secondo. / «Radio Marelli / Milano...» / ... tavola / che sparecchiano... / «... Radiò Marellì / Milan... / ... conçert...» / ........ /