
Lettura scenica di Dome Bulfaro per “La fontana malata” di Aldo Palazzeschi del 1909.

In occasione del Giorno della Memoria, una lettura scenica di Dome Bulfaro di “Se questo è un uomo” di Primo Levi.

Domenica 20 gennaio 2019 ho partecipato al programma di Radio24 “Voi recorder” di Pino Insegno.
Qui si può riascoltare il podcast integrale.

Wow - Incendi spontanei & Mille Gru
In collaborazione con l’Accademia d’Ungheria
Presentano
W*P*S* - WOW POETRY SLAM
primo torneo italiano di gare poetiche con ospiti internazionali
Se il poeta fosse un surfista, l’onda perfetta che vorrebbe cavalcare sarebbe composta di lettere, parole, voci, versi, poesia. Potrebbe non arrivare mai come potrebbero arrivarne una dietro l’altra come sta accadendo col Wow Poetry Slam, il torneo di gare di poesie più prestigioso e stupefacente che sia mai stato realizzato in Italia ad oggi. La seconda onda perfetta si solleverà alta, per la seconda volta, a Roma il 10 gennaio 2019 ore 21, c/o l’Accademia d’Ungheria c/o Palazzo Falconieri, via Giulia 1.
Le gare di poesia sono un fenomeno in forte espansione non solo in Italia ma in tutto il mondo, eppure il Wow Poetry Slam risulta un torneo speciale, unico nel suo genere, perché è il primo in Italia ad ospitare, dal dicembre 2018 fino a maggio 2019, i migliori poeti-slammer internazionali (tra cui il poeta americano Marc Kelly Smith, ideatore del format “poetry slam”), i migliori poeti-slammer del Centro-Sud Italia, i migliori poeti-slammer del Lazio. Sono questi i “tre punti-cardine del meglio” su cui si fonda il progetto culturale di questa nuova scena, ideata dal collettivo “Wow - Incendi spontanei”.
Questo secondo atto del W*P*S - Wow Poetry Slam è realizzato in sinergia con l’Accademia d’Ungheria che funzionerà anche da sede dell’evento, perché prevede come ospite d’onore Bence Bàrany, poeta-slammer, campione ungherese, che ha rappresentato il suo Paese nel Campionato Europeo di Poetry Slam del 2016.
Ma la serata di gennaio, per chi vuole conoscere i protagonisti del mondo innovativo e performativo italiano, è un’onda perfetta da cavalcare anche perché l’ospite italiano è Fabio Orecchini, poeta che presenta un intervento tratto da Terrae Motus, opera che ha appena vinto l’ambito Premio Pagliarani 2018 per la sezione Innovazione. Inoltre in gara ci sono 6 dei migliori poeti slammer del Centro-Sud Italia: Sergio Garau (Sardegna), figura storica dello slam italiano e attuale Presidente della LIPS, Andrea Mazzanti (Marche), vicecampione italiano 2015, Camillo De Felice (Campania) e tre slammer del Lazio: Caterpillar, Casolino, Jacopo Lubich.
Il collettivo Wow - Incendi spontanei, fondato da giovani e giovanissimi, nato a Roma nel settembre 2018, non è votato – come direbbe Nicola Frangione – “non allo stupefacente apparire ma allo stupefacente essere”. Tra i suoi principali fondatori, ci sono anche i due MC (Maestri di Cerimonia) del Wow Poetry Slam, Dome Bulfaro, figura centrale dello slam italiano, co-fondatore della LIPS, e Giuliano De Santis, rappresentante italiano nel Campionato europeo 2015 e finalista italiano al Campionato Lips 2016. Introdurrà la serata il Direttore dell’Accademia d’Ungheria: Istvan Puskas.
Dichiarano Dome Bulfaro e Giuliano De Santis: “La collaborazione con l’Accademia d’Ungheria è il primo evidente passo del processo di internazionalizzazione che intendiamo attuare. Vogliamo accendere fuochi di poesia in tutta la città e trasformare Roma nella locomotiva del movimento slam del Centro-Sud, portando a piena maturazione quel lavoro e cammino fin qui svolto dal Poetry Slam Lazio, coordinamento LIPS (Lega Italiana Poetry Slam), guidato dallo slammer Valerio Piga”
L'Accademia attualmente ospita la mostra "Luce in movimento" dedicato a Nicolas Schoffer nonché l'installazione di luce "Fracture" dei Glowing Bulbs come interpretazione contemporanea del grande maestro dell'arte luminocinetica, ambedue visitabili durante lo slam.
Giovedì 10 gennaio 2019 ore 21 c/o Accademia d’Ungheria,
Palazzo Falconieri, Via Giulia 1- Roma. Ingresso Libero
Ospite internazionale: Barany Bence (HUN).
Ospite nazionale: Fabio Orecchini (Lazio)
In gara: Caterpillar (Lazio), Casolino (Lazio), Camillo De Felice (Campania), Sergio Garau (Sardegna), Jacopo Lubich (Lazio), Andrea Mazzanti (Marche).
Mc’s: Dome Bulfaro & Giuliano De Santis
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APPROFONDIMENTI
COSA SONO IL POETRY SLAM E LA LIPS, LEGA ITALIANA POETRY SLAM
Il poetry slam è un format di gara di poesia ad alta voce, dove i poeti sono chiamati “slammer”, perché gareggiano fra loro mettendo in evidenza la loro bravura nel comporre e dire ad alta voce il loro testo poetico. Annualmente ne avvengono ormai più di 500 in tutta Italia, organizzati dalla LIPS, Lega Italiana Poetry Slam, in tre campionati nazionali: “individuale”, “a squadre” e “under 20”, tutti accomunati da una regola comune: a decidere il poeta vincitore è il pubblico.
IL PRIMO ATTO DEL W*P*S*: 6 dicembre 2018
Il primo atto del Wow Poetry Slam è innvece avvenuto il 6 dicembre 2018 con il Dani Orviz, campione spagnolo ed europeo 2012 nonché medaglia di bronzo alla Coppa del Mondo di poetry slam 2013. Questa prima gara, vinta per la cronaca da Antea Moro che l’ha spuntata su Giovan Bartolo Botta, entrambi abitanti a Roma, è avvenuta al Monk locale della Capitale tra i più frequentati da chi cerca cultura alternativa. Dopo la parentesi di gennaio all’Accademia d’Ungheria, il Wow Poetry slam tornerà stabile da febbraio a maggio al Monk con cadenza mensile, sempre di giovedì, quasi sempre il secondo del mese.
WOW – Incendi spontanei
Collettivo di Ricerca, nato nel settembre 2018 col fine di sostenere questo progetto e svilupparne molti altri di primo piano a Roma, relativi alla poesia contemporanea e non solo. Ideatori Dome Bulfaro e Giuliano De Santis & Valerio Santori. Altri componenti Gianmaria Nerli, Anna Mazzoni, Luca Scacchetti, Mattia Parini e Giacomo Golzi.
Accademia d’Ungheria in Roma
L’Accademia d’Ungheria in Roma opera nella capitale dal 1927 e ha sede nel prestigioso Palazzo Falconieri, in parte opera dell’artista della Roma barocca Francesco Borromini. L’Accademia svolge una duplice funzione, di divulgazione culturale da un lato e di attività di ricerca e sostegno dei borsisti dall’altro. La sua missione è quella di diffondere i molteplici e variegati valori della cultura ungherese nonché della cultura delle minoranze etniche presenti sul territorio nazionale.
Dall’inizio degli anni Novanta venne rifondato all’interno dell’Accademia, l’Istituto Storico Fraknói, il quale organizza autonomamente attività di ricerca scientifica presso l’Accademia d’Ungheria in Roma. L’Istituto Storico Fraknói è membro dell’Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia, Storia e Storia dell’Arte in Roma, e contribuisce mediante questa collaborazione al consolidamento della fama ungherese negli ambienti scientifici di rilievo.
http://www.roma.balassiintezet.hu/it/
Mille Gru
Gruppo di Ricerca, Associazione Culturale di Monza e Casa Editrice. Attiva dal 2006 ha fatto la storia della poesia orale in Italia. Si sta distinguendo per il maggiore apporto alla ricerca e alla divulgazione nel nostro Paese della Poetry Therapy.
www.millegru.org, www.poesiapresente.it, www.poetrytherapy.it
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BIOGRAFIE AUTORI
Bence Barany
Poeta e slammer classe 1993. È nato e vive in Ungheria. Più volte sul podio nazionale, ha rappresentato il suo Paese nel Campionato Europeo di Poetry Slam nel 2016, evento in cui ha vinto il Premio del Pubblico.
Fabio Orecchini
Roma, 1981. Le sue opere attraversano diversi media artistici (poesia, performance, arti visive, installazioni) e sono rivolte all'analisi delle dinamiche linguistiche e culturali di incorporazione e controllo dell'immaginario. Ha presentato i suoi lavori i molti dei maggiori Festival italiani di poesia e Musei d'arte contemporanea. È presente nel documentario "GenerazioneY - Poesia italiana ultima" andato in onda su Rai5. Nel 2014 ha pubblicato per i tipi di Luca Sossella Editore l’opera testuale e verbosonora Dismissione (post-fazione di Gabriele Frasca / prima ed. Polimata, Ex-tratione, 2010), in collaborazione con il progetto musicale Pane. Del 2015 l'installazione testuale ed artistica TerraeMotus, con il libro di poesia Per Os (nota di Tommaso Ottonieri) pubblicato per le edizioni Sigismundus. Ha realizzato opere video con i poeti Elio Pagliarani, Giuliano Mesa, Giulio Marzaioli (progetto [A]livepoetry ) e molti altri ancora.
Dome Bulfaro
Nato nel 1971 è poeta e performer tra i più attivi nello sviluppo della poesia performativa. Su invito degli Istituti Italiani di Cultura ha rappresentato la poesia italiana in Scozia (2009), Australia (2012) e Brasile (2014). Ha cofondato la LIPS, Lega italiana poetry slam e ha raccontato il movimento slam, internazionale e italiano, nel libro Guida liquida al poetry slam (2016). È ideatore e direttore artistico del festival PoesiaPresente. È stato tra i primi in Italia a sviluppare e diffondere la poetry therapy. Sue poesie sono state pubblicate in vari Paesi: la prima volta negli USA con la silloge (Ossa, silloge tradotta nel 2006 da Christopher Arigo) e l’ultima nel Regno Unito (3 Ictus, 2016), con poesie tradotte da Cristina Viti. Il suo ultimo libro Marcia film (Scalino, 2016), è uscito in Bulgaria ed in traduzione in inglese. È tratto l’omonimo spettacolo teatrale, regia di Enrico Roveris, che ha firmato tutti gli spettacoli dell’autore.
Giuliano Carlo De Santis
in arte Logos, è nato a Bari nel 1993. Fondatore del collettivo poetico pugliese SlammalS, é stato campione dell’area Sud (Puglia, Calabria e Basilicata) del campionato LIPS - Lega Italiana Poetry Slam e finalista nazionale nel campionato 2016/17. Già campione nazionale del circuito SLAM ITALIA nel 2016, nel novembre 2016 ha preso parte all'European Poetry Slam Championship a Luvain.
Si dedica al rap e al freestyle dal 2008, arrivando per due volte sul podio del contest regionale Tecniche Perfette.
Nel 2015 vince il contest letterario "TalentO da Poeta" e nel 2016 pubblica il romanzo "L'Impero D'Inchiostro" per la SECOP Edizioni.
Vincitore del premio CoopForWords2016, prende parte alla rassegna "Ad Alta Voce" a Trieste, che raccoglie poeti e filosofi nazionali ed internazionali.

«L’elemento più interessante del Poetry Slam è il continuo encomio riservato alla poesia, benché molti critici o professori di accademie, con le loro parole altisonanti, abbiano spesso e volentieri definito il Poetry Slam un “cabaret passeggero”. È proprio questo lo snodo focale di tutto il discorso. Il Poetry Slam, così come il rap e tante altre discipline o culture underground, sono armi in mano al popolo, ai più deboli. Sono strumenti in mano alla comunità, nei quali i più si identificano ed attraverso cui il volgo è in grado di esprimere la propria opinione. In periodi di crisi economica e politica come quelli attuali, con una diffusa diffidenza verso “il diverso”, l’arte rimane l’unica bussola da seguire. È l’elemento che ci accomuna, rendendoci tutti uguali.»
La recensione di Marco Carlotti su Rapologia.it di

SONG WRITING LIVE PERFORMANCE
CPM Poetry Slam – II Edizione
Giovedì 22 Novembre dalle 19:30 alle 21:00
SEGUI LA DIRETTA STREAMING
POETRY SLAM
Dopo il successo della I edizione, svoltasi in occasione dell’Open Week di Novembre 2016, torna al CPM il Poetry Slam. L’MC Dome Bulfaro condurrà la serata durante la quale si sfideranno 7 poeti:
- Simone Savogin, tre volte campione italiano di Poetry Slam LIPS (2015-2016-2017)
- Luca Bernardini, neocampione italiano di Poetry slam LIPS 2018
- Emanuele Ingrosso, vicecampione italiano Poetry Slam LIPS 2018
- Nicolas Cunial, quarto classificato al Campionato LIPS 2017, plurifinalista nazionale
- Giorgia Cafaro, nuova promessa Poetry Slam LIPS
- Gianmarco Tricarico, vincitore di numerosi Poetry Slam LIPS
- Davide Ferrari, esponente di punta della nuova poesia dialettale
Se credete che la poesia sia noiosa è perché non avete mai partecipato a un poetry slam, la nuova frontiera dell'espressione artistica che ha rivoluzionato il mondo dei live. Attraverso la gara, condotta da una comunità libera e temporanea, formata da pubblico, autori e organizzatori senza alcuna barriera gerarchica, il poetry slam accompagna la poesia sul territorio del conflitto, sulla strada, nei bar affollati, nei locali dell'underground: gli unici luoghi dove può nascere un linguaggio condiviso che ancora non esiste.

I progetti di Poetry Therapy di Millegru per i più piccoli tornano nel mese di novembre con due appuntamenti a Milano (venerdì 16) in occasione di Book City Milano e a Vimercate (domenica 18) per la rassegna Piccino Picciò.
Venerdì 16 novembre alle 17.15, la Giocomotiva di Via Bonghi (Via Bonghi 28/30, Milano - tel. 02 89500893) ospita “Operazione scacciapensieri”.
Dome Bulfaro e Giacomo Nucci leggono da Ninniamo. Ninne nanne per dire sogniamoe Scacciapensieri. Poesia che colora i giorni neri editi da Mille Gru. Un pomeriggio di benessere per il cuore e la mente grazie alla lettura di una rosa di poesie e di speciali ninne nanne terapeutiche.
Età consigliata: 3-6 anni.
Ingresso libero
Domenica 18 novembre alle 16.30, delleAli Teatro ospita presso l'Auditorium della Biblioteca di Vimercate (Piazza Unità D’Italia, 2) Il laboratorio NINNIAMO condotto dal gruppo di Mille Gru per la "coppia" bimbo/mamma (o bimbo/papà, o nonna, o nonno, o zia, o zio...).
Anche per i piccolissimi! (da 1 anno).
In regalo il libro Ninniamo. Nanne nanne per dire sogniamo, tradizionali e nuove ninne nanne scritte appositamente da 15 poeti.
Se sei nervoso ti calmerà, se hai paura ti rassicurerà, ma se per il tuo bene devi dormire e non hai alcuna intenzione di farlo...ninniamo!
Un piccolo gioco-laboratorio sul tema delle emozioni legate al sonno: paure, ansie, dubbi... ma anche emozioni positive come mistero e scoperta.
POSTI LIMITATI, PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
Via email a
Telefonicamente, inviando un sms o un messaggio whatsapp al 3771304141
Online compilando il nostro modulo di prenotazione https://goo.gl/forms/1LDwxB5Kxc95wLQy2
INGRESSO LABORATORIO
9 euro a persona
Nelle attività di laboratorio, è necessario che i bambini siano accompagnati
Ad ogni coppia genitore + bambino (18 euro di ingresso) verrà dato in omaggio il libro NINNIAMO – NINNE NANNE PER DIRE SOGNIAMO.

Questioni aperte nel poetry slam (a partire dalle finali LIPS 2017)
Di Dome Bulfaro (luglio 2017)
Campione
Simone Savogin ha centrato il triplete. Savogin Real. Così si è letto in alcuni post su FB e in qualche articolo uscito subito dopo queste, esaltanti, finali nazionali LIPS 2017. Eppure mai come quest'anno “il Savo” ha rischiato di perdere la corona. A mezzo punto dal cielo si è fermata, la splendida scalata da ciclista, di Andrea Fabiani. Terza Eugenia Galli, miglior piazzamento nazionale al femminile di sempre, nei quattro campionati LIPS dal 2014 ad oggi. Quarto Nicolas Cunial che è rimasto fuori dal podio per 0,10 decimi di punto, autore cresciuto poeticamente e performativamente in maniera esponenziale in questo ultimo anno.
Ma questa è la cronaca di come il merito poetico performativo si è mescolato al gioco della roulette russa. La fortuna se vuoi vincere devi averla schierata dalla tua parte. Francesca Gironi e Marko Miladinovic ad esempio, in quanto estratti per primi, hanno pagato un dazio pesantissimo. La giuria popolare scelta a caso nel pubblico è riuscita a trovare un metro di votazione solo dopo la prima performance di Simone Savogin, prova muscolare sulla quale ha costruito la sua terza consecutiva affermazione come Campione.
Campione di poesia? Di slam? Anche ma soprattutto “il Savo” è stato in questi anni Campione di saggezza, di umiltà, di silenzioso sostegno della LIPS, di disponibilità nel mettersi a servizio del movimento slam. Per volere dello stesso “savio” Savogin, nonostante sia stato lui a laurearsi campione, a rappresentare l'Italia alla prossima Coppa del Mondo di poetry slam andrà Andrea Fabiani. Si può cogliere la statura d’animo in questo gesto confermato dalla sua intervista rilasciata al giornalista Simone Rotunno de “La Provincia” di Como e Lecco: “Rappresenterà lui al meglio l’Italia alle finali di Parigi: è un bravissimo talento e merita molto. Sono onorato che partecipi Andrea al mio posto”. Perché se c’è una lezione che ti porti a casa dopo uno slam è la classe che dimostra un poeta in gara nel saper perdere e anche nel saper vincere.
I punti più importanti che puoi guadagnare in uno slam non li troverai scritti sul tabellone.
Dispositivi teatrali
Il dispositivo teatrale adottato quest’anno è quello che più mi ha convinto. Tre finali da sette finalisti che determinano con i primi 4 classificati per finale, la prima scrematura dei 21 finalisti nazionali. Una finalissima con 12 poeti in gara, passati a 6 dopo la prima manche e con un testa a testa ridotto a tre, per un triello che grazie a questo meccanismo selettivo ha prodotto un triello finale al cardiopalma. Perché lo slam è uno spettacolo costruito a canovaccio, che vive di regole narrative, che devono rispondere alle classiche domande di scrittura drammaturgica, a cominciare da questa: “come porto il pubblico a raggiungere il climax” della vicenda che stiamo raccontando.
La scelta di questo dispositivo narrativo esalta la gara rispetto a quello in cui tutti i poeti hanno il diritto, una volta entrati nell’arena della finalissima, di dire almeno due testi. Aiuterebbe il pubblico a capire meglio quale slammer spingere verso il podio ma allungherebbe anche i tempi, rischiando di appesantire il ritmo narrativo dello spettacolo.
La formula selettiva delle “tre finali + finalissima” è stata possibile anche perché queste –credo sia un’altra nota di merito e maturità raggiunta dalla LIPS in quanto Slam Family italiana– sono le prime finali nazionali organizzate direttamente dalla LIPS, in cui i tre principali enti ospitanti – il Forum Giovani di Monza, il Macao di Milano, la coop di Mezzago– non hanno posto e non avevano particolari vincoli. I direttori artistici dei tre festival degli anni scorsi che hanno adottato le finali – PoesiaPresente (2014), La Punta della Lingua (2015) e Parole Spalancate (2016) – assumevano giustamente anche la direzione anche delle finali. che dovevano incastrare con il resto degli eventi in programma.
Lo slam è uno spettacolo che si scrive mentre si gira.
Lo speech
Queste sono state le finali dove tutti gli MC, per la prima volta, hanno potuto mostrare il proprio stile. Si è potuta comparare la loro capacità di tenere il palco, il loro essere equanimi, intrattenitori, rapsodi, stimolatori della criticità, preparati, completi, reattivi agli imprevisti, empatici, interattivi, carismatici nel condurre uno slam da veri Maestro di Cerimonia.
La politica inclusiva degli MC adottata fino alle finali dell’anno scorso ha forse pagato in termini di spettacolo, perché con due o tre MC sul palco, si dinamizza di più lo show. Però è anche vero che si rischia ancor più di complicarsi la vita, specie se il duo o il trio non sono ben collaudati, com’è invece il caso di Paolo Agrati e ScartyDOC, i due MC che hanno condotto la finalissima 2017, in cui i ruoli di protagonista e spalla sono stati chiari e smistati con meccanismi ben oleati.
È l’anno in cui gli MC non si sono misurati con lo speech. E se lo slam è una Fiesta, riprendendo Hamingway, l’MC è il torero, e lo speech è il toro più difficile da infilzare. Lo puoi affrontare tutto in un blocco, la sfida più pericolosa, o frammentare nel corso dello slam, ma il keynote speech va afferrato per le corna e decapitato. Perché il poetry slam è una Fiesta in cui il patto di corresponsabilità tra pubblico, poeti e MC, non può venire meno, e va firmato col sangue del toro e, tramite il rito del sacrifice, anche con quello del torero.
Gli MC di quest’anno sono veterani del palco, scafati lupi di mare, a cui poco si può insegnare e da cui tutti noi tanto abbiamo da imparare. Hanno galvanizzato il pubblico a dovere e reso queste finali, come le precedenti, entusiasmanti. Però il sacrifice e lo speech sono le due grandi sfide di questa cerimonia: se non le accetti lo slam t’incorna, come un toro col torero, e trafiggendo il tuo trajes de Luces, anche le paillettes dello slam, per i buongustai di questo rito sociale, brillano di meno.
Ci sono poetry slam in altri Paesi in cui lo speech non c’è mai stato o è decaduto. Lo stesso sacrifice non appare tra le regole obbligatorio. Eppure senza uno di questi due riti di passaggio, anche il senso dello slam s’impoverisce, gira lo sguardo verso lo show e volta un poco le spalle all’aspetto più politico del poetry slam.
Lo speech è lo spartiacque principale che simboleggia due scuole di pensiero su come interpretare il ruolo dell’MC. Scuole che a ben vedere ritroviamo identiche anche alle radici dell’Hip Hop americano: da un lato la scuola più “politica”, in cui è forte il senso di responsabilità nei confronti della comunità, dall’altra quella più votata al divertimento. A queste due scuole se ne è aggiunta una terza, votata al solo divertimento, per ora arginata nel sottobosco dello slam, che di pensiero slam ne mette poco o niente. Su questa possibile deriva, la LIPS, in quanto Slam Family d’Italia, qualche strategia e riflessione critica in più dovrà attuarla.
Poeti e organizzatori
Queste finali ci dicono con eloquenza che il movimento slam italiano sta facendo maturare tanti poeti, giovani e non. Ogni anno gli slammer in gara sono sempre più preparati, sia nel testo che nella performance, le due componenti qualitative (gli MC devono sempre ricordarlo al pubblico) che la giuria popolare, una volta estratta, deve misurare e condensare in un unico voto.
Che il tasso qualitativo si sia notevolmente alzato lo possiamo riscontrare anche dal maggiore ricambio di finalisti registrato rispetto agli anni scorsi. Dei venti dell’anno scorso, si sono confermati solo in cinque: Bartolini, Iachini, Miladinovic, Gironi e Savogin. Non è più scontato per nessuno arrivare in finale.
Stanno inoltre crescendo molto i Collettivi. Se l’anno passato si era affermato Zoopalco di Bologna, quest’anno nell’orbita slam sono giunti a piena maturità anche il PSA Abruzzo e i Mitilanti di La Spezia. Non solo in termini di apporto numerico ma anche, ed è il profilo più importante, di propria identità. Stando alla classifica della finalissima e guardando alla effettiva provenienza dei poeti (e non ai Campionati regionali nei quali si sono qualificati), la Liguria (con Fabiani e Bonomi) e la Sardegna (con Demontis e Doro), hanno segnato il maggiore salto di qualità rispetto agli anni passati.
L’ospite straniero, il poeta argentino Ignacio Perini, avrei preferito giocarmelo nella finalissima e non nelle finali, ma non si può essere d’accordo su tutto. Al di là delle fisiologiche differenze di vedute, va sottolineato che la direzione artistica di Paolo Agrati e ScartyDOC è stata ottima. Come tutto il supporto LIPS. Specie del neo Presidente Sergio Garau e della evergreen segretaria Elena Gerasi, sempre sul pezzo.
Chi credeva o temeva, me compreso, che questo sarebbe stato l’anno dell’invasione della Stand-Up Poetry si è dovuto ampiamente ricredere. Dei dodici che hanno guadagnato la finalissima, solo Andrea Fabiani, che peraltro pratica una stand-up soft, rientra in questo genere. I detrattori dello slam dovranno aggrapparsi ad altri appigli per sconfessare quello che, disposti o no ad ammetterlo, è il movimento che sta cambiando le coordinate di riferimento della poesia italiana.
Classifica della finalissima LIPS 2017
sabato 8 luglio
piazza Roma – Monza h 20:45
MC’s Paolo Agrati e Davide Passoni
A seguire Guido Catalano
1° Simone Savogin
2° Andrea Fabiani
3° Eugenia Galli
4° Nicolas Cunial
5° Andrea Bonomi
6° Robero Demontis
7° Matteo Di Genova
8° Vittorio V Zollo
9° (ex aequo) Alessandro Doro
9° (ex aequo) Francesco Bastianon
11° Marko Miladinovic
12° Francesca Gironi
Gli altri 9 finalisti usciti nelle tre finali: Marea Mammano, Mattia Zadra, Emanuele Ingrosso, Ciccio Rigoli, Lorenzo Bartolini, Manuel Lavoriero, Karolina Luce, Giuliano Carlo De Santis, Riccardo Iachini
Principali organizzatori
Come ho scritto nella Guida liquida al poetry slam (Agenzia X, 2016): “Gli organizzatori sono tenuti in alta considerazione. Non solo avviano il processo di realizzazione dello slam ma si occupano per esempio dell'ospitalità degli slmmer, non di rado mettendo anche la propria casa a disposizione”. Rendiamo quindi merito a tutti gli organizzatori delle oltre 250 gare eliminatorie, in particolare ai coordinatori (c) e vice (v) del Campionato LIPS 2016-2017.
Lombardia: Davide Passoni (c), Lorenzo Ferri (v) e Marko Miladinovic (v. Canton Ticino)
Trentino-Alto Adige: Lucia Rosanna Gambuzzi (c) Adriano Cataldo (v - Adriano Catd)
Veneto: Alessandro Burbank (c)
Friuli-Venezia Giulia: Christian Sinicco (c), Giuseppe Nava (v), Matteo Danieli (v)
Piemonte e Valle D’Aosta: Alessandra Racca (c), Arsenio Bravuomo (v)
Liguria: Filippo Balestra (c), Alfonso Pierro (v), Andrea Fabiani (v)
Emilia-Romagna e Toscana: Silvia Parma Due (c), Iachini Riccardo Iachini (v)
Toscana: Nicolas Cunial (c), Rosaria Rosi Lo Russo (v)
Marche e Umbria: Luigi Socci (c), Alessandro Seri (v) Francesca Gironi (v)
Abruzzo e Molise: Alessandro Scanu (c) e Matteo Di Genova (v) e Abruzzo PSA: Dimitri Ruggeri, Alessandra Prospero, Andrea Pompa.
Puglia, Basilicata e Calabria: Andrea Bitonto (c), Donatella Gasparro (v), Francesco Franco Fittipaldi (v)
Lazio: Valerio Piga (c)
Campania: Francesca Tiresia Mazzoni (c), Vittorio V Zollo (v), Andrea Maio (v)
Sicilia: Nausica Zocco (c), Alessandro Puglisi (v), Officina creativa (v)
Sardegna: Sergio Garau (c), Giovanni Salis (v)
Comunicazione LIPS: Massimo Mirabile (c), Davide Passoni (v - grafica)
Rapporti estero: Sergio Garau (c), Elena Gerasi (v)
Finali 2017: Paolo Agrati (c)
Slam speciali: Lello Voce (l’ultimo organizzato al MAXXI di Roma)
Finali organizzate dalla Slam Family
LIPS - Lega Italiana Poetry Slam
direzione artistica: Paolo Agrati e Davide ScartyDOC Passoni
in collaborazione con:
Forum Giovani Monza
Comune di Monza
Carrobiolo2000
Coop Mezzago
Palazzo Archinti
Bloom Mezzago Official
Poetry Slam Lombardia
Macao
MACAO Poetry SLAM
SLAM
Slamthepoetry
incastRIMEtrici
Mille Gru

Poetry slam: carta canta dei Diritti
Tutti i principi riassunti in un solo pamphlet
Mettiamo in fila le frasi più note che sintetizzano lo spirito del poetry slam:
1- “I Slam, therefore I am”
2- Chiunque è benvenuto. Lo slam dovrebbe essere aperto a tutte le persone e a tutte le forme di poesia (Marc Kelly Smith)
3- I punti non sono il punto; il punto è la poesia (Allan Wolf)
4- Lo slam afferma che la poesia è un diritto delle comunità” (Lello Voce)
Vi renderete conto che il motto “I Slam, therefore I am”, durante il rito sociale del poetry slam, si trasforma e va riconiato in We Slam, therefore We are.
Ho composto una Carta dei diritti affermati col poetry slam, capace di sintetizzarne e cantarne i principi. Nelle settimane a seguire li argomenterò punto per punto, con l’intento di aprire un confronto collettivo più lucido e consapevole di quanto sia avvenuto ad oggi, circa le questioni che il poetry slam coi suoi principi anima.
Alla Carta canta dei Diritti seguirà una Carta canta dei Doveri affermati col poetry slam, con finale scanzonato, come spero suoni il principio 12, posto qui a chiusura.
Democratizzazione
Principio 1- Il poetry slam è una democrazia temporanea fondata sulla poesia.
Principio 2- La sua natura comunitaria, inclusiva, interculturale, libertaria, si può riassumere in una delle massime del suo ideatore, il poeta Marc Kelly Smith: “Chiunque è benvenuto. Lo slam dovrebbe essere aperto a tutte le persone e a tutte le forme di poesia”. All’entrata di uno slam non troverai buttafuori: che tu abbia le scarpe bucate o il frak, lo slam ti butta-dentro.
Principio 3- Il poetry slam afferma il diritto insurrezionale quanto scanzonato di occupare da parte di un gruppo, qualunque spazio-tempo per trasformarlo in luogo informale, comunitario, della poesia. “Lo Slam è stato veicolo di democrazia perché ha riaffermato con forza che la poesia è parte ed elemento della comunità, (…) è un diritto delle comunità” (Lello Voce). Ogni luogo, grazie alle comunità, ha il diritto di elevarsi a casa della poesia.
Principio 4- Il poetry slam è il gioco delle responsabilità. Garantisce il diritto di parola. Ogni persona del pubblico ha il diritto/dovere di esprimere la propria opinione critica su tutto ciò che accade durante lo slam; ogni poeta, nel rispetto delle regole slam, ha il diritto di proporre il proprio stile e genere di performance poetry. “I punti non sono il punto; il punto è la poesia” (Allan Wolf)
Emancipazione di ogni partecipante
Principio 5- “I Slam, therefore I am”. Ogni persona in gara ha il diritto di sentirsi un poeta, anche solo per qualche ora della sua vita. Ogni persona del pubblico ha il diritto di sentirsi, anche solo per qualche ora della vita, un giurato della poesia. Il poetry slam ti garantisce un diritto di cittadinanza nei luoghi della poesia. A te giocartelo, qualunque sia il tuo ruolo, più che mai presente.
Principio 6- Ogni poeta in gara, nel poetry slam, ha il diritto di mostrarsi per chi è, avvicinandosi grazie alla poesia, al proprio sé.
Principio 7- Nel poetry slam, a differenza dello Stato, la frase “la legge è uguale per tutti” suona un po’ più veritiera.
Liberazione della poesia
Principio 8- Il poetry slam afferma che la poesia non appartiene a nessuno se non a se stessa. La poesia quando si manifesta è sempre anche questo ma mai solo questo. Favorire il diritto alla contaminazione delle arti e moltiplicazione dei generi e sottogeneri di performance poetry è proprio di questa gara di poesia orale.
Principio 9- Il poetry slam afferma il diritto che la poesia si manifesti anche quale rito sociale (e non solo come fatto individuale) di tutte le persone partecipanti, dal vivo (e non in un mondo virtuale), al di là dell’età, dell’estrazione sociale, nonché del grado e della provenienza culturale. L’interculturalità è un valore dello slam.
Principio 10- Il poetry slam riafferma il diritto di ridere con la poesia, della poesia, per la poesia. I poeti hanno così tanto sacralizzato la poesia da ridurla ad icona collettiva irraggiungibile e sorda ai più, quasi fosse un pavone altezzoso, tutto avvolto nel suo piumaggio, borioso, un vero pallone gonfiato, tronfio come una mongolfiera, priva di zavorre e attaccata alla terra da poche, esili, corde. Il poetry slam sostiene un'idea: la poesia è un diritto di tutti.
Risultato delle tre emancipazioni
Principio 11- Ogni poetry slam è un’unica, spettacolare, non replicabile, poesia comunitaria: We Slam, therefore We are.
Principio 12- Non prendere troppo sul serio i primi undici principi: rilassati, gioisci, alla fin della fiera, lo slam è una festa della poesia. Lo stesso poetry slam, in svariati modi, persino con l'antislam, non perde occasione di ridere di sé.
(Grazie a Sergio Garau e a Nicolas Cunial con cui mi sono confrontato prima di pubblicare questa prima Carta. Foto di Maria Gigni, c/o Civico Liceo Linguistico "A. Manzoni" di Milano, cogestione 9 febbr 2017)

Qui ci si confronta a 360° sulla poesia con uno sguardo interculturale, in forma dialogica, ovvero partendo non dal presupposto che si debba convincere a tutti i costi l'altro circa la bontà del nostro punto di vista, ma partendo dal voler comprendere cosa l'altro voglia comunicarci con la sua visione di poesia.
Il titolo del blog rimanda anche ad Adriano Spatola, poeta che più di ogni altro in Italia ha allargato i confini della poesia.
Con questo blog, al pari di come ho condotto ad oggi la mia ricerca poetica, intendo procedere nella stessa direzione interculturale, con l'intento di allargare e approfondire le conoscenze e le pratiche di autocoscienza che la poesia ha esercitato prima e dopo la comparsa dell'uomo.
Qui si può leggere la riproduzione integrale del suo saggio "verso la poesia totale".
http://www.archiviomauriziospatola.com/prod/pdf_protagonisti/P00242.pdf