Dome Bulfaro

 copertina

 

Ogni luogo dovrebbe conoscere non solo il capitale poetico di cui dispone ma anche il suo dirompente potenziale. La crescita culturale di una comunità dipende dalla sua capacità di coltivare e non dissipare il proprio patrimonio, tanto più se è la poesia il bene da preservare. Questo libro individua un primo profilo poetico della nuova provincia di Monza e Brianza. Disegna la mappa giovane. Dome Bulfaro

I poeti: Marco Bin, Roberta Castoldi, Adriano D’Aloia, Jacopo Galimberti, Antonio Loreto, Luca Maino, Eleonora Matarrese, Silvia Monti, Rosella Scarabelli, Paola Turroni

Prefazioni di: Luigi Cannillo, Francesco Marotta, Corrado Bagnoli, Biagio Cepollaro, Nicola Frangione, Patrizia Gioia, Renato Ornaghi, Ivan Fedeli, Piero Marelli, Fabrizio Bianchi

con un contributo di SebastianoAglieco

un cameo di Marica Larocchi

 


 

 

Mappa Giovane

Introduzione e risposte Dome Bulfaro | Domande Sebastiano Aglieco

Ogni luogo dovrebbe conoscere non solo il capitale poetico di cui dispone ma anche il suo dirompente potenziale. La crescita culturale di una comunità dipende dalla sua capacità di coltivare e non dissipare il proprio patrimonio, tanto più se è la poesia il bene da preservare. Questo libro individua un primo profilo poetico della nuova provincia di Monza e Brianza. Disegna la mappa giovane.

In quest’area geografica vivono - o ad essa sono fortemente legati - diversi poeti nati quasi tutti dopo il 1970 il cui valore è stato riconosciuto a livello nazionale. Se per alcuni di loro questa pubblicazione è un’ulteriore conferma della bontà della loro scrittura, per altri è la prima opportunità di far ascoltare in Italia, con una silloge organica, la propria voce. Ogni silloge è anticipata da brevi dialoghi tra giovani autori e poeti significativi che, nella maggior parte dei casi, abitano con la loro poesia questo territorio.

I giovani poeti inclusi in questo libro sono stati individuati grazie al lavoro di monitoraggio e promozione che l’Osservatorio di PoesiaPresente ha realizzato nella bassa Brianza tra il 2006 e il 2009. L’introduzione in forma dialogica, la possibilità di ascoltare a viva voce (grazie a un CD allegato) la poesia degli autori e le fotografie ai poeti, rendono questo primo volume del CReO PoesiaPresente una casa che si lascia abitare.

Hai sostenuto più di una volta, in sede di progettazione, che PosiaPresente non vuole essere un festival di poesia. Vuoi spiegare meglio?

PoesiaPresente è un progetto culturale che si compone principalmente di due parti:

1- La stagione poetica PoesiaPresente

La modalità della stagione poetica è stata scelta quale forma privilegiata rispetto ai festival di poesia. La stagione si compone di eventi aperti a tutti, gratuiti e distribuiti nei primi sei mesi dell’anno. È suddivisa per cicli di incontri che focalizzano una problematica, e non una tematica, relativa al fare, dire e ascoltare poesia oggi. Dal novembre 2006 ad oggi abbiamo ospitato diversi poeti stranieri, molti fra i maggiori poeti contemporanei italiani, moltissimi giovani poeti italiani, con l’intento di valorizzare i poeti e i luoghi della provincia di Monza e Brianza - territorio in cui principalmente si opera - ma anche con la volontà di offrire a questa provincia un respiro internazionale.

2 – Il CReO PoesiaPresente: Centro di Ricerca e Osservatorio, in Monza e Brianza, sulla poesia contemporanea.

Il CReO, in quanto Osservatorio, ha il compito di individuare e promuovere nel tempo i poeti italiani, in particolare quelli di Monza e Brianza; come Scuola ha il compito di proporre una Didattica d’Autore attraverso innovativi corsi e laboratori di poesia per ogni fascia d’età; come Centro Studi ha il compito prioritario di realizzare un archivio, consultabile gratuitamente da tutti, composto da documenti fotografici, audio e video realizzati durante le stagioni di PoesiaPresente; infine come Casa di creazione ha il compito di creare prodotti multimediali, spettacoli, ideare nuovi format di presentazione della poesia e, più in generale, di sviluppare nuove politiche di diffusione della poesia contemporanea.

Questa  testimonianza,  che  non  vuole  essere  per  nulla  un’antologia,  è  un primo consuntivo di “poesia giovane” in vista di un lavoro più ampio sull’esperienza di PoesiaPresente.  Che considerazioni generali si possono fare?

Sì questo libro va oltre l’idea canonica di antologia. Da un lato è un’antologia perché presenta undici selezioni poetiche di giovani autori che abitano o hanno una relazione biografica con la provincia di Monza e Brianza. Dall’altro, gli undici giovani poeti antologizzati, gli undici prefatori scelti - abbinati per affinità ai giovani poeti - la presenza di Marica Larocchi e la tua Sebastiano, fanno di questo libro la più esaustiva mappatura - la “mappa giovane” di una successiva che la completerà - dei poeti che nel Presente, più di altri, con la qualità della loro poesia e del loro operato stanno rendendo “poeticamente fertile” questa nuova provincia.

Di considerazioni generali se ne possono elencare tante, le ridurrei a tre:

1- PoesiaPresente non intende alimentare il fenomeno dell’eventismo. L’eventismo è anticultura per eccellenza. Ogni passo compiuto da PoesiaPresente è un gradino per creare una scala, non fumo negli occhi della comunità, è acqua per donare radici forti ad ogni seme che scegliamo di piantare. “Mappa giovane” costituisce un primo fondamentale gradino, un giardino coltivato con cura da tempo.

2- PoesiaPresente si sta distinguendo in ambito poetico come modello unicum italiano perché alla base c’è una cultura progettuale applicata ad un’azione culturale. Le figure professionali coinvolte sono diverse e molteplici, coordinate in un progetto comune piuttosto articolato.

3- PoesiaPresente è nata per donare un senso poetico al vivere quotidiano, non a caso il motto che la identifica è “ogni vivere, se privato di poesia, non può essere davvero Presente”.

In che modo sono stati selezionati, se di criterio di selezione si può parlare, i poeti qui presentati? In questi anni uno strumento di indagine critica molto alla moda è stato quello “generazionale”. Qui noi adottiamo, piuttosto, un viaggio nel territorio: nelle sue dimenticanze, nelle sue possibilità …

Si può e si deve parlare di criteri: quello generazionale non è solo una moda. Chi è nato negli anni Settanta, ad esempio, ha determinato un effettivo cambio di passo. Anche se forse i frutti migliori di questa virata si potranno raccogliere con le generazioni successive. Tuttavia trovo inaccettabili, come ben sottolinei, le gravi amnesie.

Siamo passati da una visione “spazio-centrica”, dove chi non gravitava intorno a una metropoli (Milano, Roma, ...) era “fuori gioco”, ad una “tempo-centrica” (generazionale), dove chi è nato prima degli anni Settanta spesso viene accantonato o, peggio, letteralmente rimosso.

Chi è rimasto fuori da questi processi di focalizzazione, pur avendo una poesia d’autore di primo piano, rischia seriamente di restare per sempre al buio. E quando si perde la voce di un poeta, si perde un patrimonio inimmaginabile: non si recidono a colpi di sforbiciate sommarie i fiori della poesia. Quindi condivido la posizione di Bagnoli, il suo libro ha un titolo da adottare come slogan: “Fuori i secondi”. Visioni, scuole di pensiero, categorie sono utili ma solo se tenute a debita distanza. Vale solo una regola: un poeta è tanto più autore quanto più sono germinali la sua poetica e la sua poesia. Non appena applichi questa

regola tutte le classificazioni si dissolvono, rivelando la loro effimera natura.

Per quel che concerne la formazione di questo libro aggiungerei, a quelli già esposti, almeno altri due processi:

1- Il libro, oltre alle composizioni dei poeti, mette in mostra gli scatti fotografici di Marco Zanirato, Enrico Roveris e Riccardo Valli. “Mappa giovane” è anche una loro testimonianza scritta ad arte in una galleria di volti immortalati durante o per PoesiaPresente.

2- La registrazione audio rappresenta per alcuni degli autori antologizzati poco più che una testimonianza di una voce poetica, per altri è il corrispondente orale al testo scritto: è un testo che integra e sviluppa la poetica dell’autore. Al di là che la componente orale del testo poetico proponga o meno una ricerca di oratura, gli undici poeti scelti sono stati selezionati prima di tutto per la qualità della loro scrittura.

I  poeti  sono  introdotti  da  “maestri”,  “fratelli  maggiori”,  artisti  con  più esperienza che accompagnano per mano, mettendo a fuoco alcuni punti, problemi …

Ho chiesto ai prefatori, attraverso la forma agile, leggera, ma non semplicistica del dialogo (forma proposta da Silvia Monti), di fornire elementi interpretativi e chiavi di lettura della poetica del giovane autore. Ognuno ha reagito a questa richiesta secondo la propria sensibilità e creatività; qualcuno è stato parco, altri hanno sentito l’esigenza di approfondire.

Voci molto diverse, con una propria storia, maestri, contaminazioni… mi sembra interessante poter indagare la poesia nel rispetto delle diversità, senza pregiudizi di sorta…

La diversità è ciò che apre all’altro da sé, non può costituire la ragione di una chiusura. È un principio con cui coltivare la nostra umanità. La poesia ci aiuta ad essere più umani. PoesiaPresente è una tensione quotidiana verso il nostro lato poetico, fattore che determina il nostro grado di umanità e, di conseguenza, lo stato della nostra civiltà.

Una seconda puntata di questa pubblicazione prevede la presentazione dei poeti più maturi… Ti faccio una provocazione: è pensabile una loro introduzione da parte dei poeti più giovani?

Per natura e metodologia progettuale non escludo mai a priori nessuna possibilità.

In primo luogo sarebbe auspicabile che i giovani autori approfondissero la lettura di chi, insieme a loro e da più anni, sta coltivando poeticamente lo stesso territorio.

In secondo luogo vale la pena sottolineare l’umiltà con cui i poeti più maturi si sono messi a disposizione dei più giovani. Mi pare un gesto esemplare.

Più che soluzione “pensabile” valuterei, a fronte delle condizioni in cui maturerà la “seconda puntata”, se questa scelta può generare i migliori frutti. Bisogna perseguire la via che procura il maggior bene comune. Il che non significa accontentare un po’ tutti, bensì operare con la consapevolezza che da un lato il bene comune è prioritario rispetto a quello personale, dall’altro il miglior bene comune può nascere solo se le singole persone e il contesto in cui esse crescono possono esprimere tutta la loro poesia.