Dome Bulfaro

  • Rassegna stampa

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Fonte: www.poesiadelnostrotempo.it

Può raccontarci brevemente la storia di Edizioni Mille Gru e delle sue collane dedicate alla poesia? Quali sono, a Suo giudizio, le peculiarità che la caratterizzano e la differenziano dalle altre case editrici?

La peculiarità del nostro operato, anche al di là dell’editoria, è stato ed è tuttora sempre lo stesso: pubblicare ciò che manca e serve in Italia per aprire strade non battute o poco battute. Per questa ragione il nostro gruppo di ricerca Mille Gru, nato nel 2006, è stato “obbligato” in breve a diventare anche una casa editrice dato il gravissimo vuoto culturale che in quegl’anni c’era in termini di editori pronti a pubblicare prodotti di qualità per divulgare la poesia orale. In un certo senso il nostro motto “fai ciò che manca” potrebbe mutuarsi in “pubblica ciò che manca”. Dal 2008 abbiamo iniziato a editare, nella collana PoesiaPresente, libri molto curati di poesia performativa con allegati CD o DVD, con l’intento di divulgare autori stranieri inediti in Italia come l’iraniana Ziba Karbassi, l’inglese Stephen Watts, la sudafricana Tania Haberland, poeti slammer europei (in Voice Waves. L’onda della voce, 2020) oppure poeti italiani come Rosaria Lo Russo, Simone Savogin e opere del sottoscritto, con la regia di Enrico Roveris, queste ultime frutto di produzioni dell’intero gruppo di Mille Gru (Versi a morsiMilano Ictus). Dal 2009 abbiamo cominciato a editare progetti e libri di poesiaterapia, ambito che negli ultimi anni più caratterizza l’attività della nostra casa editrice.

Potrebbe enunciare i criteri di scelta a cui vi attenete per le pubblicazioni di poesia? C’è uno stile che è prediletto più di altri? Si può parlare di una linea editoriale che caratterizza Edizioni Mille Gru in ambito poetico e se sì, può definirla?

Prima di essere una casa editrice siamo un gruppo (attualmente di 12 persone) che fa ricerca poetica, quindi i criteri di scelta sono principalmente due: pubblichiamo ciò che per noi è necessario introdurre o divulgare nella cultura italiana, oppure pubblichiamo libri che diffondono le nostre ricerche che più riteniamo significative. Attualmente abbiamo quattro collane: una di poesia performativa (PoesiaPresente, di colore blu), una di poesiaterapia per bambini (Tita, di colore rosso), una di studi e pratiche sulla poesiaterapia (Tita +, di colore giallo) e una di librini sulla interculturalità e interreligiosità (Semi, di colore bianco). Non accettiamo manoscritti o proposte di pubblicazioni dall’esterno. Il libro nasce e matura all’interno di un confronto di gruppo, allo stesso modo matura la scelta delle opere di autori su cui vogliamo investire energie, tempo e denaro. Non so se essere o non essere contento ma, ancora oggi, dopo undici anni di pubblicazioni relative alla poetry therapy, restiamo l’unica casa editrice italiana che pubblica con continuità titoli di poesiaterapia o produce letteratura in questa disciplina con la rivista online Poetry Therapy Italia. Credo che oggi, rispetto a tutte le altre case editrici, Mille Gru si distingua principalmente per questa attività.

Quali sono i titoli più venduti e le/gli autrici/autori più amati del vostro catalogo di poesia? Ha qualche aneddoto da raccontarci in merito a qualche titolo, a cui Lei è particolarmente legato?

Prima di fondare il 1 febbraio 2020, PoesiaPresente LaB, la nostra Scuola di poesia, la maggior parte dei nostri titoli li abbiamo tirati in 200-300 copie. Una volta vendute le copie della prima tiratura i libri non venivano più ristampati perché non potevamo fare magazzino. Per questo molti nostri titoli sono attualmente esauriti. Ora che abbiamo una sede abbastanza spaziosa e che il digitale comincia ad essere di qualità, probabilmente potremmo muoverci diversamente. Non dovendo campare di editoria, pur restando attenti a non andare in perdita, ci possiamo permettere di pubblicare solo ciò che amiamo senza l’assillo di dover vendere tante copie. I nostri libri che hanno venduto di più sono: Scacciapensieri. Poesia che colora i giorni neri (poesiaterapia) e Come farfalla di Simone Savogin (poesia performativa), che hanno venduto un migliaio di copie. Poi Tita su una gamba sola di Patrizia Gioia (poesiaterapia) e il mio Milano Ictus (poesia performativa) che hanno toccato le 500 copie. Invece la più grande soddisfazione in termini di premi ce l’ha data il libro Controlli di Rosaria Lo Russo con video di Daniele Vergni, quando nel 2017 ha vinto il Premio Nazionale Elio Pagliarani.

Che cosa sta succedendo nel mondo dell’editoria in questo difficile frangente, dopo l’emergenza sanitaria e il prolungato periodo di confinamento che ha congelato molte attività, precipitando il paese in una nuova crisi? Quali sono le difficoltà, i possibili scenari futuri, i punti di fuga e le eventuali aperture? Quali strategie di sopravvivenza sono ipotizzabili, secondo Lei?

La filiera del libro ha la libreria come terminale. Se le librerie restano chiuse tutta la filiera s’inceppa. Se Amazon cannibalizza tutto il mercato della distribuzione di libri online gli sbocchi si chiudono prima ancora di aprirsi. Le risposte in situazioni di dura crisi come questa sono sempre le stesse: creatività, determinazione malgrado tutto, qualità e non quantità, attenzione alle possibilità ed eccellenze del territorio, sostegno economico statale causa pandemia, cura delle relazioni personali con il cliente ma anche con le altre librerie e, in genere, con gli altri commercianti. Un esempio per tutti: nel periodo di isolamento forzato la mia libreria di fiducia, “Virginia e Co” di Monza, per continuare a vendere libri si è appoggiata per il ritiro della merce, al negozio di alimentari che poteva restare aperto e avere contatti diretti col pubblico.

Da diversi anni all’editoria tradizionale si sono andate affiancando, affermandosi sempre più, nuove tendenze che vedono internet (dai blog/siti specializzati ai vari social) come dinamico luogo di scritture: per quanto riguarda la poesia, la Rete può aiutare o al contrario ostacolare la diffusione dei libri di poesia? Sempre a causa dell’emergenza sanitaria molte presentazioni di libri sono state rinviate e sostituite da video, che hanno affollato i social nei mesi del confinamento: che cosa pensa di questa nuova modalità di relazionarsi con il pubblico?

Alla Rete si deve il rilancio della poesia, tanto che ultimamente parlare della poesia come la Cenerentola o ancella delle Arti maggiori non ha più senso. La poesia grazie alla Rete sta riscoprendo la propria giovinezza, la propria voce, il proprio corpo orale, fluido, al di fuori della pagina cartacea, ma anche al di là di supporti come CD e DVD, medium diventati nell’arco di un decennio già antiquati. Infatti la nostra collana di poesia performativa, multimediale/intermediale per sua natura, deve essere costantemente ripensata e rinnovata per restare al passo con i tempi. Il mondo online va colto per le opportunità che può offrirti, però al contempo va trovata la giusta misura di immersione, altrimenti finisce come nel film cult di Irvin Shortess “Shorty” Yeaworth, Jr, che a forza di navigare nel fluido “blob” del mondo online, finisce che ci affondi e anneghi, senza nemmeno accorgertene.

Che consigli darebbe a un/a autore/autrice che volesse pubblicare un proprio libro di poesia?

Di leggerne tanti prima di voler pubblicare perché se è vero, come disse Valentino Bompiani, che “un uomo che legge ne vale due” allora è altrettanto vero che un uomo che non legge e vuole pubblicare non ne vale nemmeno mezzo. E mentre leggi tanto dedicati anima e corpo al libro che vuoi comporre e credici profondamente. Componi un libro che faccia bene innanzitutto a te stessa/o e poi anche agli altri. I libri sono nati per essere mangiati ma anche, quando la loro grande bocca colma di parole si spalanca, per lasciarci mangiare.

Dome Bulfaro (1971), poeta e performer, tra i più attivi nello sviluppo della poesia performativa. Su invito degli Istituti Italiani di Cultura ha rappresentato la poesia italiana in Scozia (2009), Australia (2012) e Brasile (2014). Ha cofondato la LIPS, Lega italiana poetry slam e ha raccontato il movimento slam, internazionale e italiano, nel libro Guida liquida al poetry slam (2016). È ideatore e direttore artistico del festival PoesiaPresente.  È stato tra i primi in Italia a sviluppare e diffondere la poetry therapy. Sue poesie sono state pubblicate in vari Paesi: la prima volta negli USA con la silloge (Ossa, silloge tradotta nel 2006 da Christopher Arigo) e l’ultima nel Regno Unito (3 Ictus, 2016), con poesie tradotte da Cristina Viti. Dal libro Marcia film (Scalino 2016), già in traduzione in Bulgaria, è tratto l’omonimo spettacolo teatrale, regia di Enrico Roveris, che ha firmato tutti gli spettacoli dell’autore.

La rubrica “Scaffale poesia: editori a confronto” è a cura di  Silvia Rosa