Dome Bulfaro

  • Poesia interculturale – il blog di dome bulfaro

    Poesia interculturale – il blog di dome bulfaro

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Il 24 feb 2025 è uscito il film Alberi in cammino prodotto dalla Fondazione Pasquinelli di Milano sulla mostra omonima dell'artista-poeta Dome Bulfaro. Inaugurata il 10 ottobre 2024 doveva chiudersi a dicembre 2024 ma, dato il successo ottenuto, è stata dapprima prorogata fino a fine gennaio 2025 e poi fino al 28 di febbraio 2025. Regia Costantino Lodalo D’Oria.

Il film, prosegue a suo modo, quella mostra

 

Tra gli articoli pubblicati sulla mostra merita particolare attenzione almeno quello della poeta logopedista Maria Oppo:

Qui: www.artribune.com

 

 

Dal testo critico di Simona Bartolena
Catalogo Alberi in Cammino (Mille Gru/Fondazione Pasquinelli, 2024)

www.fondazionepasquinelli.org

Sugli Alberi in cammino di Dome Bulfaro

Di Simona Bartolena

Basterebbe forse anche il solo titolo, Alberi in cammino – nelle connessioni profonde tra pianta ed essere umano, arte ed ecopoesia, per comprendere che quella che Dome Bulfaro ha pensato per la Fondazione Pasquinelli non è una consueta mostra di pittura. Non lo è non solo per i laboratori e le attività che le faranno da corollario (scelta peraltro ormai piuttosto diffusa nel mondo delle esposizioni d’arte), ma anche e soprattutto perché l’idea da cui la mostra ha avuto origine, potremmo dire la sua ragione più profonda, non risponde ai criteri che nella norma sottendono a un evento di questo tipo. Se fosse un album musicale, si potrebbe definire un concept album, perché a dominare più della singola opera, più dei lavori esposti è il tema, il messaggio che Dome ha voluto affidare ai suoi dipinti, come avrebbe potuto fare con le sue poesie. Per Bulfaro, infatti, la pittura non è il mezzo ma un mezzo, uno dei possibili strumenti espressivi di cui si è servito nella sua vita, tutta percorsa da un incessante e impellente bisogno di fare arte nel senso più ampio del termine, di comunicare, di creare.

Ben noto come poeta performer, specializzato anche nell’improvvisazione poetica, (…)

L’approccio, comunque, non è quello di creare opere, ma piuttosto è quello di usare la pittura per portare in evidenza un concetto, dandogli un volto comprensibile, che sappia coinvolgere il fruitore, dall’adulto al bambino. Preso il ritmo, il gioco è fatto. Bulfaro ha prodotto in pochi mesi una lunga serie di carte dipinte con l’ecoline, un medium adattissimo al suo stile immaginifico e narrativo, raffinato nei dettagli, complesso nella stesura cromatica, ma immediato nei contenuti. Ciascuno di questi fogli gira intorno al tema scelto: il rapporto dell’uomo con la Natura, quel senso di appartenenza al mondo naturale che l’essere umano ha da tempo perduto, sentendosene estraneo, superiore e autorizzato allo sfruttamento.

Dome parte da un punto di vista profondamente poetico: l’Uomo è in costante relazione con il mondo vegetale e animale, con gli alberi in particolare: ne è parte integrante e il suo corpo risponde alle medesime logiche. La sua riflessione prende spunto – e qui torna la sua lunga esperienza nel mondo della parola – dai termini con cui si definiscono alcune parti del corpo, termini mediati dal mondo vegetale: albero polmonare, corteccia cerebrale, spina dorsale, tronco, midollo spinale, pianta dei piedi, gamba, radici dei denti, radici dei capelli, bulbo oculare, radice del naso, sistema linfatico… Nel particolare immaginario che Bulfaro mette in scena sui suoi fogli, questa relazione potente emerge prendendo la forma di creature ibride, figure antropomorfe che si trasformano in arbusti o germogli (o viceversa), foglie che diventano creature animali, esseri mitologici dalle sembianze biomorfe… Un universo poetico e fiabesco, magico, ma mai inquietante, lieve, ma profondo, onirico, eppure concreto e tangibile. La vita che si spegne nella morte che rigenera altra vita, in un circolo senza fine, che segue le leggi della Natura, le uniche leggi che l’uomo, nonostante i suoi sforzi, non può cambiare.  (…)